Quando ci avviciniamo a questo sport, per nessuno di
noi è facile capire come comportarsi nelle varie
sezioni per via della nostra totale ignoranza. Ma la maggior
difficoltà la troviamo nella sez. C.
Il grande problema, visto che il nostro Cane viene messo
di fronte a un quesito importante - sia che lo si faccia
per gioco, sia che lo si faccia per spronare le reazioni
- è come aiutarlo (il nostro Cane) e come non essere
d'intralcio al figurante.
Il figurante ha il compito di inquadrare subito le caratteristiche
del Cane che ha davanti; di stimolarlo seguendo le direttive
che gli dà (che gli dà il Cane) e, al contempo,
istruire il conduttore che tiene il Cane stando alle sue
spalle (alle spalle del Cane).
Per il conduttore è molto difficile capire e agire
nell'immediatezza, perché di "attacco e difesa"
non ne sa proprio niente. All'inizio anche la semplice
distinzione del significato delle due parole è
un problema. (E sfido chiunque, alle prime armi, di negare
che non aveva pure questo di punto interrogativo e sapesse
esattamente cosa veniva inteso per "difesa e attacco";
e ancora, che differenze (logiche e istintive) c'erano
nelle forme di stimolazione!
A sua discolpa (del conduttore) mi sento di dire però
: "a ben ragione non riusciva a capire cosa dovesse
fare", perché non è facile da neofita
saper riconoscere le varie situazioni e individuare le
espressioni del Cane che tiene al guinzaglio, tanto più
che il conduttore si trova DIETRO al Cane. ... E in più...
(e quello che sto per dire non farà piacere ai
diretti interessati che non si comportano in maniera esaustiva)
non è facile nemmeno trovare un figurante che dia
(ai conduttori) prima un'infarinatura di cosa si sta per
fare in campo spiegando cosa (lui figurante) chiamerà
in ballo e perché, per ottenere una risposta positiva
dal Cane.
Le prime direttive che riceviamo (noi conduttori) è
di star fermi, di non permettere al Cane di indietreggiare,
di star zitti o incentivare il Cane a seconda delle situazioni.
Di lodarlo quando si comporta bene e di esortarlo a reagire
attivamente alle proposte che gli vengono fatte dal figurante
.
‘’Beh, non è poi così difficile’’,
vi sento dire.
Eeehccome noo!?
Quando non ne sai una ceppa di quello che sta accadendo
e non vedi le espressioni del tuo Cane, è praticamente
impossibile sapere che comportamento assumere. ... Quindi...
all'inizio si fanno una marea di "ca..." emh...di
sciocchezze.
Andando avanti nel tempo, quando finalmente riesci a
non essere più la palla al piede del tuo
Cane (la palla che mettevano i carcerieri
alla caviglia del carcerato per
limitargli l'espressività), ecco che in
alcuni di noi cominciano a prendere vita domande su perché
e per come i figuranti agiscono in certi modi e istruiscono
noi ad assumere certi atteggiamenti e a fare cose (alcune)
fuori dalla logica più semplice.
Il più delle volte, quando chiedi chiarimenti,
ti viene data come risposta la solita filippica imparata
a memoria su: tecnica della stimolazione, risposta e adeguamento
delle proposte in base alle risposte del Cane!
Dopodiché si procede su: caratteristiche del Cane
- in linea di massima generalizzate o, nei rari casi,
dettagliate in base a esperienze vissute (dal figurante:
esperienze legate comunque, il più delle volte
a metodi e memorizzazione di comportamenti, e meno a ragionamenti
propri) e colpe del conduttore o dell'allevatore per ciò
che riguarda le eventuali carenze/mancanze del Soggetto
Cane; senza tralasciare però, eventuali dovuti
elogi sull'Individuo Cane: un soggetto molto speciale
che ha risposto egregiamente al lavoro eseguito alla perfezione
dal figurante nonostante la presenza del conduttore insufficientemente
idoneo ... ! ...
EE...vabbeh! Tanto la colpa deve essere di qualcuno...!
Comunque... colpe o non colpe... entrando nei particolari
delle tematiche, ci sono delle cose (comportamenti/esercizi/azioni)
che non capirò mai.
Cominciamo:
- Da quando ho iniziato a muovere i primi passi in questo
sport, dopo che il mio Cane aveva risposto bene al morso
e aveva vinto la sua "predina" combattendo con
il figurante, dovevo esortarlo a lasciare l'attenzione
dal figurante e a fare un girotondo con me dal
lato opposto a dove si trovava il figurante (il
Cane all'esterno del cerchio da me diretto/disegnato,
e io all'interno) per godersi la conquista e mostrarla
al mondo.
Mah!?... Perché si deve fare una cosa
simile?
Posso capire il distogliere l’attenzione dal figurante
se si va via o si va in un punto dove il figurante non
verrà, oppure se il vincitore ha acquisito una
‘’consapevolezza di vittoria assoluta’’
(perdonate l’espressione in chiave di un pensiero
umano ma non so dirlo in un altro modo per farmi capire
da voi che mi state seguendo in questo ragionamento riguardo
ad una serie di domande), … ma non lo capisco se
si deve rimanere (nel sito) per continuare rinnovando
una disputa.
Riflessione
Quello che ho potuto osservare sia in campo negli anni,
che in Natura - attraverso i documentari sui Lupi, e i
giochi dei miei Saarloos e dei miei Cecoslovacchi - è
questo: un Predatore/Cacciatore che ha conquistato il
suo trofeo, va via senza l'intento di tornare. Oppure,
se non ci sono pericoli nel luogo dove si trova (dove
è avvenuto il ‘’tutto’’),
resta lì a godersi la conquista o a consumare il
suo pranzo (predazione-caccia). Se avverte una presenza
o se qualcuno cerca di distrarlo per rubargli il trofeo
tentando una mossa a sorpresa, il Cane vive in vigilanza
e, a seconda delle sue caratteristiche caratteriali ed
esperienziali, mostrerà un atteggiamento di offesa
e/o di difesa o di rinuncia.
Quindi, che significato naturale ha il giretto? Perché
il Cane deve godere facendo il giretto?
È vero che negli anni '90 si iniziò a far
stare fermo il Cane dopo il morso e, ripetendogli "serra"
o "fermo" o "tieni" o ...quello che
girava in testa al conduttore o al figurante, alcuni Cani
smisero di ‘’progettare la mostra della
conquista della preda’’, ;)
… questo nuovo ‘’metodo’’
(apparentemente messo in atto per "far godere"
il Cane riportando un poco a ciò che avviene naturalmente
quando, il Cane o il Lupo, vincono la disputa), in realtà
non ha questo come significato.
La "tenuta" in questione è
solo obbedienza!
Riflettendo, mi viene da dire: cosa può trovare
di ‘’eccitante’’ o ‘’piacevole’’
un Cane a ‘’lavorare/giocare’’
in questo modo?... Cosa gliene importa al Cane di mostrare
la vittoria al "prossimo" quando il "prossimo"
non c'è (è fuori dalla visuale), e se c'è
(presenza che il Cane avverte) se ne sta da una parte
incurante di quello che avviene in campo (oppure è
attento ma non desidera entrare in scena per disputarsi
la predina)? … Cosa può trovare di piacevole
il Cane nello stare fermo (seduto o a terra in obbedienza
perché da quel punto e da quelle posizioni non
può muoversi)?
Il lavoro/gioco sull’attivazione/conoscenza/educazione
del morso/sul morso è basato su altro. - Vedi
art. e video ‘’Il
piacere del morso’’
- E nella sua crescita/evoluzione dell’uso nelle
diverse circostanze (quindi necessità di entrare
in attivo), a seconda del Soggetto (caratteristiche individuali
– esperienze e individualità) non esiste
uno standard uguale per tutti. Esistono punti di riferimento,
ma non necessariamente il percorso dà le stesse
risposte con chiunque.
Perciò, perché si ripete a memoria la ‘’poesia’’
e non si ragiona sulle eventualità?
Personalmewnte mi sono
trovata molto bene a lavorare con Carlo Fagioli. Un caro
amico, un grande tecnico che sa ascoltare e valutare insieme
a te il lavoro! Grazie Carlo! - LO
SPORT COME FONTE DI ESPRESSIONE PERSONALE ED EDUCAZIONE
SOCIALE -
Tocchiamo ora l’argomento della stimolazione.
Questo è facile da capire. Se hai davanti un predatore
stimoli l’istinto predatorio, se hai davanti un
fermo e basta, dovutamente devi stimolare la
risposta reattiva tramite la sfida. L’importante
è non uscire dal seminario con i diversi nervosismi
perchè a quel punto in campo regna lo stress (del
figurante, del Cane e del conduttore). E se saranno i
nervi ad avere la meglio sulle azioni, tutto cadrà
in un falò isterico e fortemente insicuro!
Un segnale importantissimo in merito alla situazione
del momento, ce la dà il nostro Cane sotto esame
che senza indugiare ci dirà ‘’mi
state facendo diventare isterico, è una situazione
che non sopporto più, moh vi mordo a tutti e due
e me ne torno a casa!’’
E siamo arrivati alla battuta dei revier (i nascondigli)
e alla segnalazione del figurante:
‘’… La ricerca del figurante è
un esercizio che non ha nulla a che vedere con l’istinto
alla ricerca, è solo il girare attorno ai sei nascondigli
disposti nel campo, sempre nello stesso modo, e dove il
figurante è sempre dietro al sesto.
L’insegnamento della battuta dei revier, secondo
me, è un gioco semplice che si rafforza giorno
dopo giorno:
- si pone il Cane di fianco al quinto nascondiglio ad
un’altezza giusta ove possa seguire tutte le nostre
azioni; allontanandoci da lui gli faremo vedere la pallina
che abbiamo in mano, o un salsicciotto o quello che volete;
arrivati al centro del nascondiglio porremo a terra il
giochino; tornati da Fratello Cane gli diremo di andare
a prenderlo. Lui subito si staccherà per andare
da quel giochino tanto amato. Tornando da noi gli faremo
molti complimenti. Andando avanti, continueremo con lo
stesso gioco, effettuandolo lasciando Fratello Cane alle
spalle del nascondiglio e poi ancora più lontano
da esso, fino a farlo partire dal nascondiglio precedente.
A questo punto, quando avrà preso confidenza con
il nascondiglio conosciuto, faremo solo finta di posare
la palina che invece metteremo in tasca. Tornati da lui,
lo inviteremo ad andare come sempre; lui andrà
e perlustrerà bene il nascondiglio, come vuole
il regolamento; dopo qualche attimo, lo chiameremo da
dietro il quarto nascondiglio facendogli vedere il gioco.
Subito tornerà da noi e, un attimo prima che ci
abbia raggiunto usciremo correndo dalla parte opposta
alla direzione del suo arrivo, e tireremo verso il terzo
nascondiglio il giochino.
Alternando finti posizionamenti a reali, arriveremo a
fargli affrontare la sequenza dell’esercizio stando
sulla linea mediana del campo e procedendo in linea retta
su essa mentre Fratello Cane aggira e perlustra i nascondigli.
A casa nel frattempo fortifichiamo l’abbaio
di richiesta, che non è altro che quella richiesta
martellante che Fratello Cane ci fa ogni qualvolta vuole
qualcosa e noi tardiamo a dargli retta.
L’insegnamento dell’abbaio al sesto nascondiglio,
teniamolo staccato dal resto.
Lasciamo Fratello Cane alle spalle del sesto nascondiglio,
come facevamo all’inizio con il quinto, andiamo
dietro al nascondiglio e chiamiamolo. Quando arriverà
chiediamogli di abbaiare (abbaio di richiesta) tenendo
il giochino in mano, ma non servendoglielo fino a che
non avrà abbaiato. Uno, due, e quanti ne vorrete
poi di abbai, piano piano si allungheranno i tempi, fino
ad ottenere una richiesta costante e martellante come
dice il regolamento.
Ogni volta che premieremo Fratello Cane accordandogli
la richiesta, dobbiamo farlo fuori dal nascondiglio, perché
dentro, da regolamento, non è concesso alcun contatto.
Chiederemo in seguito ad un amico di fare quel che abbiamo
fatto noi e poi inseriremo il figurante.
Questo insegnamento ludico, permette a Fratello Cane di
lavorare sulla sicurezza e sul temperamento, senza entrare
in conflitti assurdi e disarmonie caratteriali come avviene
con le tecniche delle cordine, dei corridoi, dei collari
e dei sonaglini.
È facile distinguere un abbaio di richiesta,
da uno di aggressività repressa e da uno isterico.
Armonia, sopravvivenza, nervosismo e insicurezza.
Tratto dal libro:‘’Lupi
allo Specchio - Ascoltando la Natura’’
pag.
Mi spiegate per favore perché bisogna insegnare
questo esercizio (nella sua sequenza) con il figurante
in campo e senza alcuna familiarità del Cane (che
sta lavorando in campo) con le capannine denominate revier?
… e perché bisogna insegnare (al Cane) l’abbaio
al figurante (segnalazione del figurante) usando
metodi stimolatori di ‘’caratteristiche’’
espressive che mandano in eccitazione il Cane senza permettergli
di ‘’ragionare’’?
Se non mi sbaglio, il regolamento F.C.I. NON VUOLE
espressioni nervose e aggressive; espressioni
che si attivano allorquando vengono usati mezzi e misure
che stimolano ‘’oltre’’.
È nel morso che si deve vedere la determinazione
del Cane a fermare il figurante ‘’in fuga’’
o ‘’offensivo’’.
E sempre rimanendo in tema ‘’nascondigli’’,
perché, in fase di insegnamento
i figuranti premiano la segnalazione, la loro
segnalazione (segnalazione del figurante nascosto dietro
l’ultimo revier), espressa dal Cane con l’abbaio
(come da regolamento) facendo mordere (poi) il Cane dentro
il nascondiglio e non fuori? (Azione altamente penalizzato
in gara) …
E facendo riferimento all’incitamento al morso
(giustificato dagli addetti ai lavori SEMPRE
come ‘’conferma al lavoro eseguito bene’’
anche in una fase dove il Cane NON DEVE MORDERE), mi domando:
perché far mordere il Cane nelle vigilanze
allorquando il conduttore è lì insieme/accanto
al Cane? … Non accetto la risposta che
sento ripetere da anni: ‘’perché
il Cane non deve distrarsi e deve mantenere l’attenzione
sul figurante!’’
STUPIDAGGINI! Dico io! … Perché
il figurante e l’azione che da quel momento in poi
verrà attivata, sarà comunque legata al
Cane, con la differenza che sarà diretta dal conduttore;
infatti, il Cane dovrà rispondere alle direttive
del conduttore, e con lui (con il conduttore) dovrà
riportare il figurante (inoffensivo) dal giudice (il figurante
in queste fasi non scappa mai, e semmai in allenamento
partecipasse attivamente per aiutare il Cane – se
ben governato dal conduttore – lo terrà in
attenzione altalenando alcuni lievi movimenti, uno ogni
tanto, senza mai ostacolare il controllo del conduttore
sul Cane).
E adesso, saltando il tentativo di fuga, eccoci arrivati
alla condotta da dietro del figurante e poi alla
scorta (del figurante) dal giudice, nonché
alla condotta in allontanamento da ‘’figurante
e giudice’’ per effettuare la prova di coraggio
(ultimo esercizio).
E parlando di ATTENZIONE … PERCHE’, nella
nuova visione, DURANTE I VARI TRASPORTI il Cane deve eseguire
la condotta guardando il conduttore quando c’è
il figurante che ASSOLUTAMENTE deve tenere d’occhio
per arrestarne prontamente la fuga allorquando
la metterà in atto? … (vedi anche i discorsi
appena fatti sui premi da parte del figurante per non
distrarre il Cane o per confermare una ‘’non-distrazione
/ esercizio svolto bene’’).
E perché, in allenamento, quando
il binomio si allontana dal giudice (o da chi ne fa le
veci, visto che è un allenamento) dacchè
ha consegnato lui ‘’figurante e bastone’’
(il conduttore con il Cane in condotta ha consegnato il
figurante al giudice) per dirigersi a un capo estremo
del campo ove avviene la prova (punto opposto a dove si
trovano i soggetti che ha appena lasciato), per affrontare
l’ultimo esercizio di morso/coraggio, ossia l’attacco
lanciato, questo (il binomio) viene stuzzicato dal figurante/allenatore
(che dovrà sostenere l’incontro finale con
il Cane e si trova alle spalle del binomio), e il Cane
è giusto che vada dal figurante rispondendo alla
sua chiamata lasciando ‘’lì’’
il conduttore, e non continui la condotta al di lui fianco
(del conduttore) che, come vuole il regolamento, può
essere l’unico a dare l’ordine (dopo il benestare
del giudice) di reagire?
Io non lo capisco proprio! … e lo trovo altamente
destabilizzante. …
L’attenzione del Cane sul conduttore viene minata!
… l’esecuzione dell’esercizio di allontanamento
(come voluto dal regolamento) deve seguire lo schema di
una condotta del Cane al piede del suo conduttore; il
Cane non deve assolutamente lasciare il piede del conduttore
fino a che, insieme, non raggiungeranno il punto indicato
dal giudice o dall’organizzazione precedentemente
(prima dell’inizio della prova, secondo le regole
del regolamento). Chiamandolo in allenamento prima che
lui (il Cane) arrivi in quel punto, E’ DA IDIOTI!!!
… Ironizzando sulla cosa, sembra quasi che si divertano
a giocare con la semplice capacità ragionativa
del povero Cane di turno, capitato in mani di persone
con seri problemi di identità!
Il morso… cos’è il
morso per i figuranti? E cosa deve essere per i Cani?
… il premio? …
… la soluzione del problema? …
… l’inizio e la fine di una escalation di
situazioni negative e positive che, al pari della sindrome
di Stoccolma, portano il Soggetto a trovare la soluzione
nel faticare per arrivare a meta e godere di una pace
priva di esortazioni
p.s.
... a pensarci bene sembra quasi una disputa fra ‘’elementi
in grado di progetterla’’ su chi deve essere
protagonista e chi spalla! ..e il Cane? … una semplice
‘’comparsa’’!