...dall'articolo Bene e Male – Buono
e Cattivo ''Ricordo la Lupa di Yellowstone ‘’Cenerentola’’,
cacciata dalla Sorella Regina pur non avendo mai mostrato
ribellione alla Alfa, e il suo ritorno al Branco. Quando
ci fu il rincontro, come era norma accadesse, fra le due
ci fu la disputa per il trono; Cenerentola vinse come
vinse la Sorella sulla loro Mamma quando concepì
l’idea di essere diventata grande. Cenerentola non
uccise la Alfa; Alfa, stremata dal litigio, riportava
ferite talmente importanti che il comportamento non poteva
più essere offensivo verso Cenerentola, per cui
quest’ultima la lasciò così. È
vero che poi la Regnante detronizzata fu trovata morta
dai Guardia Parco, ma a causa delle ferite, non per aver
ricevuto la pugnalata ultima al cuore!…'' - leggi
articolo ''Bene e Male – Buono e
Cattivo''
Vita e Morte: Il concetto
di dare la vita e toglierla
‘’Un Animale diverso dall’uomo,
conosce il significato di vita e di morte?’’
… anatomicamente parlando NO!
Conosce solo alcuni aspetti generati dalla
vita e dalla morte!
Un Animale, non studiando anatomia e medicina, non sa
cosa rende efficiente il funzionamento di un corpo, per
cui, a parte le nozioni di base dettate dall’istinto,
egli non sa.
Non è in grado di capire e tantomeno di agire con
coscienza specifica e addottrinata, intorno a come sia
possibile procurare la vita e la morte di un essere vivente;
egli agisce unicamente per coscienza istintiva.
Quando un Animale si accoppia per la procreazione, non
sa che con quel gesto si attivano determinati meccanismi
nei corpi, non lo fa per la conoscenza del funzionamento
dell’apparato genitale maschile e femminile, e non
lo fa per la continuazione della specie intesa parimenti
all’uomo, e non sono neanche sicura che lo faccia
perché sa che in seguito a quell’azione,
scaturirà un qualcosa che porterà alla nascita
di altri Animali uguali a lui (della sua stessa specie);
lo fa perché risponde ad un istinto lontano dal
godimento e dalla consapevolezza ma antecedente ad un
susseguirsi di fattori che permettono uno sviluppo positivo.
In Natura, la spinta che induce due soggetti ad accoppiarsi,
a scegliersi più che altro, non è data dalla
simpatia, dalla carica attrattiva che nasce da un ‘’mi
piace’’, ma semplicemente dalla forza vitale
che è più vigorosa negli individui più
completi. È la Natura che li induce a unirsi, non
l’euforia dell’innamoramento, è un
affiatamento naturale derivato dalla legge del più
forte, che detto così sembra solo molto poco poetico,
ma nella realtà oltre ad essere molto efficace,
induce gli individui a restarsi fedeli.
Allo stesso modo, un Animale non concepisce l’uccisione
parimenti all’uomo, perché se non sa cosa
permette ad un essere vivente di vivere, tantomeno lo
sa per ciò che concerne la morte.
Quando si trova davanti all’uccisione della preda,
o all’uccisione di un nemico, egli non sa che agendo
in un certo modo provocherà l’arresto vitale
nell’altro essere vivente, sa solo che così
facendo (mordendo alla gola, per esempio) provocherà
l’immobilizzazione della preda o del nemico. La
preda immobile non sarà più offensiva/pericolosa
e potrà essere mangiata, il nemico immobile non
sarà più offensivo/pericoloso e la propria
‘’vita’’ sarà salva; sta
di fatto che anche gli atteggiamenti di resa, guarda caso,
sono di staticità!
Abbiamo sempre detto che l’Animale sa cosa fare
per immobilizzare l’avversario (sia questo preda
o nemico) ma non ci siamo mai fermati ad analizzarne la
reale conoscenza degli atti.
Perché un Animale preda simula la morte rallentando
il battito cardiaco e interrompendo la respirazione? Perché
sa che a quella sua azione è collegato il disinteressamento
del predatore/cacciatore.
La resa di un subalterno è data dalla totale sottomissione
e dall’immobilità.
La resa di un nemico, che non trova via d’uscita
per la fuga, è data solo dalla possibilità
che immobilizzandosi, i difensori, accettino la sua ormai
nulla ostilità.
È quindi questo atteggiamento, la risultante di
una situazione vincente o perdente (a seconda dei punti
di vista di chi sta vivendo la vicenda) agli occhi di
tutti gli Animali; il che non vuol dire però che
essi siano a conoscenza del significato reale della morte,
e che è la morte a dar ragione ai fatti; loro conoscono
solo il suo effetto.
L’immobilità …e
nonostante il pericolo sia passato, e il cacciatore abbia
desistito dal continuare la sua opera, e i difensori abbiano
dato la giusta importanza alla tua totale sottomissione,
il tuo respiro è ancora assente, il tuo corpo con
il passare delle ore diventa sempre più freddo
e rigido, e nonostante io continui a far riecheggiare
in tutta la Valle il mio richiamo, insistente e profondo,
tu non rispondi.
Ti scaldo con il mio corpo.
Steso su di te cerco di darti il calore necessario a riscaldarti
il cuore, ti bacio, ti pulisco, ti porgo del cibo mettendolo
proprio lì davanti alla tua bocca, affinché
tu non debba affannarti per andarne in cerca.
Su Amico mio, cosa aspetti a rialzarti, i pericoli sono
passati, è tornata la quiete nel bosco, alzati
ti prego, non rimanere più immobile in quella posizione
che mi spaventi.
Ma il tempo passa e tu non accenni il più piccolo
movimento, il tuo respiro è sempre più lontano
dal tuo corpo e il tuo odore sta cambiando.
Aspetta non cambiare tutto così velocemente, solo
un attimo fa eravamo a correre insieme e a giocare sui
prati e nei fiumi, non cambiare il tuo odore, aspetta,
uniscilo al mio e ricorda il nostro tempo.
Ti do il mio odore, prendo il tuo odore, non te ne
andrai Amico mio, finché il tuo odore sarà
con me, ci sarai anche tu!.
Akera
In questa raffigurazione troviamo il significato della
morte per un Animale; egli non capisce il perché
un suo Compagno non si muove più dopo il cessato
pericolo, perché non è mai accaduto che
un atteggiamento debba protrarsi così a lungo dal
momento in cui non ha più ragione di essere manifestato.
Perché allora non si muove? Non lo sa, e scoprirà
solo in seguito che quel corpo cambierà, che cambierà
presto il suo odore e non sarà più l’Amico
conosciuto, sarà qualcun altro o qualcos’altro,
ma di certo non sarà più lui.
Il suo ricordo sarà vivo finché il suo odore
sarà vivo e non quello dell’altro che ne
ha preso il posto.
Ho visto Amici accoccolati nel momento dell’addio,
stretti forte l’uno all’altro e piano piano,
mano a mano che l’odore dell’uno cambiava,
l’altro si allontanava sempre più, fino a
cambiare zona; guardando indietro, e intorno a lui, non
trovando più il suo Amico, vagava ramingo in cerca
di lui o di un altro che potesse colmare il gran vuoto
lasciato nel suo cuore.
Time-Keeper, un maschio sprezzante della vita, quando
incontrò la bellissima Tara, con lei formò
una coppia indissolubile; dopo aver trascorso alcuni anni
con noi, in maniera davvero spensierata, lei si ammalò
e lui le rimase vicino in ogni istante, fino a quando
non smise di respirare.
In quegli ultimi giorni, Lui le si sdraiava al fianco
e sopra, sembrava veramente che volesse scaldarla e accudirla;
si allontanava solo poche volte da lei per andare a fare
pipì e bere un goccio d’acqua.
Staccarlo non fu possibile, e dovemmo aspettare il giorno
in cui la splendida Tara chiuse per sempre i suoi meravigliosi
occhi su questo mondo, per convincerlo a lasciarla andare
… fu straziante è vero, ma Keepino ci confermò
la nostra convinzione che un Amico – Anziano o Malato
– non si abbandonano mai … finché il
nostro corpo potrà scaldarlo e rianimarlo, noi
dobbiamo stargli accanto … e solo quando non sarà
il nostro Amico a dirci ‘’adesso vado, lasciami
andare’’, è giusto stare lì
con lui e assisterlo, anche solo per dargli un goccio
d’acqua e un po’ del nostro calore …
egli si addormenterà con il nostro odore addosso
e, anche se un po’ di noi volerà via con
lui, lui rimarrà con noi perché i nostri
odori sono rimasti uniti fino all’ultimo, miscelandosi
in un ‘’tutt’uno’’.
Non abbandonare mai il tuo Amico,
sostienilo fino a che avrà respiro, Lui farebbe
lo stesso per te!
‘’io
sono Uno, ma in realtà non sono che parte di Uno’’