L’altro giorno, parlando di faccende di Cani con
una persona a noi molto cara, la giornalista Beatrice
Lo Bue - che ringrazio per l'illuminante spunto che mi
ha dato per innescare un utile discorso di chiarimento
su concetti molto importanti - durante il discorso, lei
se ne è uscita con una frase in latino: «homo
homini deus est, si suum officium sciat» («l'uomo
è un dio per l'uomo, se conosce il proprio dovere»).
Riportandomi indietro nel tempo, all’epoca in cui
tentavo di essere una brava liceale, mi sono ''illuminata''
come davvero non mi capitava di fare a scuola. Cercando
di ricordare a cosa si riferisse l’autore Cecilio
Stazio, ho aperto una pagina internet dove era trascritta
la frase citata, accompagnata ad un’altra di Plauto,
altrettanto significativa e ''illuminante'' per i nostri
discorsi: «lupus est homo homini, non homo, quom
qualis sit non novit» («l'uomo è un
lupo per l'uomo, non un uomo, qualora si ignori chi sia»).
Il Lupo, il signore oscuro della vita selvaggia, maggior
rappresentante di tutto ciò sia ritenuto privo
di cuore e altruismo, veniva e, ahimè, ancora oggi,
viene, per molti versi e da molte persone, preso ad esempio
di malvagità; perciò è normale che
quando si parlava e si parla, di uomini non coerenti,
non solidali e privi di socialità, o semplicemente
sconosciuti (l'oscurità del mistero), si accumunavano,
si accomunano essi al Lupo.
Lupo e bene non vanno d’accordo!
Lupo e socialità ancor meno!
Lupo e saggezza neanche a parlarne!
Queste tre regole, organizzano le credenze mistiche su
un Animale che, se sapesse come fare, non solo arginerebbe
la sua vita il più lontano possibile dall’uomo
ma altresì viaggerebbe nello spazio alla ricerca
di un pianeta dove del sapiens non ci fosse neanche l’ombra
di un ricordo lontano; in più esse, oltre ad essere
totalmente fuorvianti sulla realtà del Lupo, riflettono
quelli che sono i concetti del Bene e del Male che tirano
le redini della ragione umana.
Bene e Male, Buono e Cattivo, Giusto e Sbagliato, Diavoli
e Santi, prendono piede nella nostra filosofia di vita,
già qualche anno prima della nostra comparsa in
campo cinofilo e degli studi intrapresi per la conoscenza
dei nostri Amici Cani e dei loro progenitori, i Lupi.
Non a caso, Bene e Male, sono la rappresentazione della
nostra condotta, del nostro pensiero e della nostra religione;
le concezioni che li rappresentano sono due e si riconoscono
in: metafisiche - oggettivistiche e soggettivistiche.
Il momento della loro comparsa si delinea nel medioevo
e fu Platone che dedicò gran parte della sua attività,
tentando di chiarire come, sia l’uno che l’altro
concetto, influenzavano la vita dell’uomo.
Il Bene: il Sole, la Luce, è tutto ciò
che avviene nella limpidezza del Giorno, allo scoperto,
ove ognuno può ammirare, criticare o approvare
l’operato altrui. Il Sole, il caldo astro che dà
la Vita e illumina la Via da percorrere.
Il Male: la Notte, l’Oscurità; tutto quello
che deve agire nell’ombra per non farsi scoprire,
ciò che non è degno di essere mostrato alla
Luce del Giorno, poiché vile e talmente abominevole
nelle fattezze e nella mente, che non può trovare
il coraggio di mostrarsi, e ancor meno di essere.
Nello splendore del Giorno, il popolo riconosce la figura
di Dio che dà forza e come il Sole scalda l’Anima
e dà la Vita!
Nell’oscurità della Notte, il popolo riconosce
il Diavolo, le Tenebre degli Inferi, la punizione a restare
lontani dalla Luce, dall’illuminazione della mente.
Tutto ciò che è Bene, è Buono e
desiderabile, tutto ciò che è Male, è
Cattivo e va fuggito, e se possibile ‘’carcerato’’!
Da qui la persecuzione delle Creature della Notte e l’elogio
a coloro che agiscono in pieno Giorno. Da qui le religioni
che prendono piede nella nostra realtà e a cui
l’uomo si affida per l’illuminazione eterna.
Il Dio splendente nella Luce!
- Sarà un caso che il nostro ‘’Dio’’
è riconosciuto in un uomo dalla pelle bianca, bello
nell’aspetto, puro come l’acqua cristallina
generata dalla fonte? Un Essere meraviglioso che, prendendo
le sembianze dei suoi Figli, scende sulla Terra per ‘’illuminarli’’.
Sarà un caso che pur nascendo in una terra calda,
non ha scelto di nascere di colore scuro?
- Sarà un caso che, quando da piccini, volevano
farci rispettare le regole di casa, ci intimidivano con
‘’arriva l’uomo nero’’,
o che le bestie assassine erano sempre rappresentate da
Animali (Lupi nella preferenza) neri come la Notte?
- Nell’ultimo episodio della saga di Harry
Potter, il giovane Harry nel momento in cui dovrebbe essere
morto, incontra Albus Silente in una stazione di passaggio,
sita a metà dei Regni della Vita, quello terreno
e quello ultraterreno; il luogo è chiaro, brillante
di Luce e il Mago Buono è vestito con abiti chiari;
tutta la scena si svolge nella Luce e quando Silente si
congeda da Harry, è avvolto da un bagliore quasi
accecante!
- Nel Regno di Fantasia, Gmork, il servo del Nulla,
è un Lupastro nero, mentre FalKor, il FortunaDrago,
è bianco!
Gli eroi dell’immaginario, sono sempre Esseri saggi,
e la Saggezza dell’uomo agisce nella Luce perché
nella Luce è d’obbligo essere Giusto. Ma
per essere Giusti, bisogna essere obiettivi e questo non
è facile se non impossibile, dato che le esperienze
della vita formano l’individualità caratteriale
che già alla nascita e diversa in ognuno di noi,
figuriamoci quanto lo può essere dopo aver vissuto
determinate esperienze (vicissitudini obbligatorie per
la formazione della personalità).
Serve quindi un gruppo di saggi per permettere all’umanità
di essere guidati nel Giusto; più questo gruppo
riscuoterà il consenso della maggioranza degli
uditori, maggiore sarà la sua credibilità
e saggezza, e tutto quello che deciderà, poiché
‘’legittimamente considerato’’,
assumerà per diritto un dettame guida – il
Verbo!
A parte il fatto che mi sembra di essere entrata nei
meandri politici che governano il mondo, e di essere caduta
perciò in qualcosa che di Saggio e Buono, ha ben
poco, vorrei soffermarmi su ciò che realmente viene
fuori dal discorso, ossia che tutti i bei ragionamenti,
giusti o sbagliati che siano, portano comunque un timbro
di coscienza tutta sapiens, una delle tante specie animali
che popolano la Terra; specie animali ognuna diversa dall’altra
come Natura vuole.
Perché quindi l’uomo afferma con assoluta
certezza che un Animale si comporta Bene o Male, è
Buono o Cattivo, solo se rispecchia o non rispecchia il
suo comportamento (logicamente mi riferisco al comportamento
dell’uomo)?
Gli Animali, che non sono razzisti come noi, e non vedono
nel Giorno e nella Notte le stesse cose che vediamo noi,
agiscono di Giorno o di Notte a seconda della casistica
della sopravvivenza; non possiedono l’addottrinamento
della filosofia del Bene e del Male ma esclusivamente
conoscono la verità sul rispetto e sull’alleanza
per riuscire a sopravvivere nel territorio ove dimorano.
Noi, giudichiamo un comportamento troppo duro come Cattivo,
perché noi abbiamo la concezione di agire per arrecare
un danno; cosa volete ne sappia un Animale di cosa sia
un danno? Per lui, che possiede una memoria antica, tramandata
di generazione in generazione, esiste un comportamento
e il fine a cui esso conduce, non sapendo assolutamente
cosa avviene a livello fisico in seguito al comportamento
attuato, ma unicamente a livello mentale.
- E quella stessa memoria antica, parlando non solo del
comportamento sociale ma rimanendo sempre in tema di sopravvivenza,
gli fornisce la capacità di distinguere se un cibo
è Buono o Cattivo (commestibile o nocivo); per
lui è facile capire che una particolare erba non
va mangiata perché poi lo farebbe star male, e
a dire il vero, non capisce neanche il ‘’poi’’,
sa solo che non si fa! … qualcuno prima di lui l’ha
fatto pagandone le conseguenze, ma ciò ha permesso
alle generazioni future di imparare e di proibire l’avvicinamento
alla tale erba. -
Quando vediamo due Animali lottare, litigare, mordersi
con un’intenzionalità agli occhi nostri ‘’feroce’’,
vediamo in loro la nostra Cattiveria, perché solo
noi sappiamo qual è l’intenzione che in noi
potrebbe generare una simile azione, e a cosa potrebbe
portare un determinato litigio, loro no! Loro agiscono
per dire all’altro ‘’immobilizzati’’,
perché attraverso l’immobilizzazione, l’avversario
si arrende. E semmai capitasse che non si arrivi a questo
(l’immobilizzazione), già il mostrarsi estremamente
spossato, rende l’individuo incapace di reagire
e perciò innocuo!
Ore e ore di visione di documentari sulla Vita del Selvatico
e anni di esperienze di Vita Vissuta, mi hanno dato la
possibilità di osservare e capire quanto sia folle
anche il solo paventare l’ipotesi che un Animale
(nel caso specifico dello scritto, parliamo di Lupi e
di Cani), possa concepire il voler far Male, il voler
agire con Cattiveria come anche il voler Bene e l’agire
con Bontà.
Riportando l’esempio della lite o anche chiarimento
gerarchico: quando due soggetti o più di un soggetto
va o vanno a scontro uno con l’altro, o gli uni
sull’altro o altri, nessuno di loro ha intenzione
omicide, anche quando le scene diventano molto cruenti
fino allo strazio finale, nessuno degli operanti è
in grado di agire con coscienza assassina. L’immobilità
è la postura della resa; se non si ha la forza/coraggio
di assumere tale postura, l’individuo che sta avendo
la peggio ha due scelte ancora: a) guaire come un cucciolo,
ma essendo un adulto non potrà mai più essere/assumere
in tutta verità la parte che potrebbe salvarlo,
poiché il suo odore corporeo tradisce l’adulto
che è diventato (odore ben diverso da quello di
un cucciolo, basti pensare solo all’odore che fornisce
al corpo l’alimentazione - dovuta e necessaria in
particolari fasi di crescita); b) il combattimento, attuandolo
anche solamente per crearsi un varco e fuggire.
Ricordo la Lupa di Yellowstone ‘’Cenerentola’’,
cacciata dalla Sorella Regina pur non avendo mai mostrato
ribellione alla Alfa, e il suo ritorno al Branco. Quando
ci fu il rincontro, come era norma accadesse, fra le due
ci fu la disputa per il trono; Cenerentola vinse come
vinse la Sorella sulla loro Mamma quando concepì
l’idea di essere diventata grande. Cenerentola non
uccise la Alfa; Alfa, stremata dal litigio, riportava
ferite talmente importanti che il comportamento non poteva
più essere offensivo verso Cenerentola, per cui
quest’ultima la lasciò così. È
vero che poi la Regnante detronizzata fu trovata morta
dai Guardia Parco, ma a causa delle ferite, non per aver
ricevuto la pugnalata ultima al cuore!…
E se la controparte muore nel combattimento, come
può accadere? … come si dice in gergo umano:
per sfortuna! … o fortuna … dipende dai punti
di vista, perché è vero che dopo un chiarimento
forte chi ha la peggio potrebbe anche salvarsi, ma dato
che è difficile incontrare il santo che t’aiuti,
morendo durante lo scontro forse è meno sofferto.
Da cosa è data la morte? Tecniche di caccia!
E per ciò che riguarda il discorso del Bene e
del Buono, o dell’agire in Bontà se preferite,
il solo riflettere che Essi non agiscono in Cattiveria
in nessuno dei loro intendimenti e oltre ogni cosa, non
concepiscono il delitto, SOLO questo ne fa gli Esseri
più Buoni della Terra; il rispetto della Vita sopra
a tutto!
Dal libro ‘’Diario – Similitudini
fra Cani e Lupi – Illuminanti Riflessioni’’
di Barbara Tullio e Paolo Caldora
‘’ … negli Animali non esiste il concetto
di buono o cattivo, così come non esiste il concetto
di giusto e sbagliato. Essi agiscono secondo un criterio
diverso dal nostro, un criterio educativo, di apprendimento,
di dialogo, che si basa esclusivamente su positivo e negativo,
piacevole e sgradevole: la tale azione porta ad espressioni
felici, emozioni positive? … bene! … la tale
azione permette un’esperienza piacevole; un’altra
azione porta ad espressioni tristi, emozioni negative?
… male! … questa altra azione consegue un’esperienza
sgradevole. Perciò, non sarà mai possibile
che un Animale possa compiere un’azione mossa da
cattiveria o da bontà, perché questi due
concetti comprendono la conoscenza del significato ‘’voler
bene e voler male’’, concetti che nella socialità
degli Animali non esistono come li intendiamo noi, ma
solo ed esclusivamente come rappresentazioni prive di
artificiale coscienza, ossia rappresentazioni semplicemente
piacevoli o sgradevoli…’’
Concetto di Vita e Morte - dal libro
‘’Diario – Similitudini fra Cani
e Lupi – Illuminanti Riflessioni’’ di
Barbara Tullio e Paolo Caldora
Vita e Morte: Il concetto
di dare la vita e toglierla
‘’Un Animale diverso dall’uomo,
conosce il significato di vita e di morte?’’
… anatomicamente parlando NO!
Conosce solo alcuni aspetti generati dalla
vita e dalla morte!
Un Animale, non studiando ... continua
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