Uno studio di Barbara Tullio
Meglio definito come ‘’Depressione
Anaclitica’’.
Ossia quel singolare stato d’animo che rende irrequieti
prima, avviliti poi, disperati in ultimo.
Questo susseguirsi di negatività emotiva, che sfocia
in una infelicità totalmente incapace di contrastare
la condizione di disperazione in cui si è caduti, è
particolarmente diffusa nei Bambini che hanno subito la mancanza
della presenza viva, della Mamma, o di un persona che potesse
sostituirla. Ed è lo stesso stato in cui cadono i Cani
a cui è mancato, e manca, l’intimità della
Madre o di chi ne dovrebbe fare le veci (una persona potrebbe
essere più che valida per il compito, anche se, non
appartenendo alla stessa Specie, provocherà lacune
inerenti ad alcuni sviluppi comportamentali importanti).
Tale disagio, anticamera delle ansie sociali, nasce fin nei
primi mesi di vita, ed è infatti per questo motivo
che è idoneo chiamarlo disturbo e non stato ansiogeno,
poiché il primo non prevede una maturità necessaria
che occorre invece per lo stato d’ansia (anche se purtroppo
in molti, usano malaccortamente quest’ultima definizione
riferendosi ad Infanti e Creature che per evoluzione concettuale
ne sono ben lontani).
Dal libro ‘’Diario:
Similitudini fra Cani e Lupi – illuminanti Riflessioni’’,
traggo alcune righe del capitolo dedicato alla mente, parte
di uno scritto della Dott.ssa Sara Signorino Gelo,
che ringrazio ancora per aver supportato il libro con alcuni
suoi articoli:
pag. 214 – ‘’…la depressione
è una condizione clinica definibile come
abbassamento del tono dell’umore, dove per “umore”
si intende, a grandi linee, una sorta di griglia percettiva
con cui ognuno di noi dà un significato alla realtà.
E ricordo anche che secondo il pensiero evoluzionistico,
tale abbassamento del tono dell’umore è inteso
come un segnale per il gruppo di invito a risparmiare energie
in una fase transitoria (processo di reazione adattativa);
avremo cioè: una reazione di adattamento rispetto ad
un cambiamento, che può permettere di superare con
successo tale cambiamento.
Se però, il tono dell’umore non migliora,
o dovesse addirittura peggiorare facendo cadere l’individuo
in uno stato di depressione grave, possiamo trovarci davanti
ad un fallimento dell’adattamento con innesco della
risposta mal adattativa; a questo punto l’individuo
può arrivare a manifestare un ritiro sociale, la perdita
di funzionalità (perdita di interesse per il cibo,
per il lavoro, per gli amici …) oltre ad arrivare a
tutti gli altri elementi più importanti per gravità,
come la somatizzazione del disturbo, alterazione del sonno
(insonnia o ipersonnia) etc. …’’
Pur essendo la depressione uno stato complesso che non è
possibile assegnare a Bambini e Cani, possiamo però
nel caso specifico, dare voce al ‘’Disturbo Anaclitico’’
- ‘’Depressione Anaclitica’’ - come
reale testimonianza, poiché ha radici nell’età
neonatale. Non si parla quindi di un elaborato della depressione
come psico-patologia, ma di uno stato di transito che se perdura
nel tempo, può entrare nella fase di non ritorno.
Il tutto nasce da una carenza affettiva, una mancanza assistenziale
riconosciuta nel linguaggio delle cure parentali. Cure che
fra una Madre e un Figlio, materialmente, nascono dal primo
momento in cui il Piccolo viene alla luce.
La mancanza delle carezze, del calore dei corpi, dello scambio
dell’odore e dell’appartenenza, portano le Creature,
‘’tutte le Creature che vivono (per evoluzione)
la socialità familiare’’, a disequilibri
comportamentali, riconosciuti nell’uomo nello scenario
della depressione anaclitica – René
Spitz – psicoanalista di origine austriaca
che per primo dimostrò l’importanza delle
cure di una Mamma verso il Bambino. Le sue delucidazioni
furono il frutto dell’osservazione di Bambini rimasti
orfani, che seppur trovandosi in ambienti (orfanatrofi) dove
non gli veniva fatto mancare nulla a livello di alimentazione,
di vestiario e di protezione, mancavano purtroppo di ‘’quel
magico contatto’’ che solo fra Madre e Figlio
può esistere.
La depressione anaclitica, indica
il Bambino che ha bisogno di appoggiarsi a qualcuno, ossia
di cullarsi nella presenza affettiva della Madre. Detto disturboracchiude
nel suo complesso la sindrome dell’abbandono, identificata
nella mancanza di cure assistenziali che oltrepassano la meccanica
del comportamento di assistenza ‘’infermieristica’’
e porta i Piccoli che la subiscono fin’anche ad una
morte psicologica.
La mancanza del contatto caldo e morbido con la Mamma o con
chiunque abbia voglia di dedicarsi al Piccolo, decreta in
quest’ultimo, a lungo andare, uno squilibrio comportamentale
che lo indirizza verso atteggiamenti passivi o aggressivi,
e verso gravi disturbi sociali (disadattamento).
Un maggiore aggravamento della situazione si verifica allorquando
il Bambino subisce più distacchi (persone che lo prendono
in consegna e non mantengono l’impegno assistenziale
– prerogativa del Bambino rimasto orfano); questi distacchi
sono per lui la conferma di una instabilità affettiva,
molto pericolosa per un io in cerca di appartenenza; in lui
la destabilizzazione dell’umore accresce verso il progressivo
squilibrio della regressione dell’evoluzione psicoaffettiva.
Purtroppo ciò accade anche nelle Famiglie, dove non
esiste una giusta coscienza assistenziale,
e dove perciò ‘’all’attaccamento’’
non viene dato la giusta importanza!
Comportamenti rinvenuti dall’osservazione di René
Spitz:
- Primo mese: lamentele e richiami;
- Secondo mese: pianto e perdita di peso;
- Terzo mese: rifiuto del contatto fisico, insonnia, ritardo
dello sviluppo motorio, assenza di mimica, perdita di peso;
- Dopo il terzo mese in un crescendo esponenziale, cessazione
del pianto, stato letargico.
Il Bambino subisce un ritardo che sfocia poi in rifiuto, per
mancanza di stimoli.
Questo problema è stato riscontrato con maggior facilità
negli orfanatrofi per il discorso Bambini, e per i Cani non
è difficile osservarlo nei canili, e dove spesso l’assistenza
scarseggia. E per quello che riguarda i Cani, come per il
discorso Bambini, è valido precisare che ciò
accade anche nelle Famiglie dove non esiste una giusta
coscienza assistenziale, e dove perciò ‘’all’attaccamento’’
non viene dato la giusta importanza!
Come negli orfanatrofi, nei canili troviamo tanti ‘’orfanelli’’;
troviamo molti cuccioli che vengono portati appena nati, o
poco più grandi, e troviamo anche soggetti adulti che
‘’i padroni’’ per ‘’x’’
ragioni, non hanno più voluto con loro - la mancanza
della certezza di una casa e di una Famiglia, e di quelle
particolari attenzioni del quotidiano come la carezza, la
pulitura del pelo, degli occhi e delle orecchie, il gioco
insieme e la passeggiata, la preparazione del cibo e il momento
del riposo in un luogo tranquillo, creano in quei Poverini,
dei disagi tali che possono condurre allo stesso traguardo
osservato nei Bambini - .
- Nota di biasimo anche per le persone che raccolgono
cuccioli (come pure Cani adulti e anziani), li assistono per
un limitato periodo, affidandoli poi ad altre persone in un
crescendo di passaggi fino a che i poverini non saranno approdati
ad una ultima dimora (normalmente canili, difficilmente da
privati, ma se anche fossero/saranno privati, la loro vita/coscienza,
ormai è segnata dalla solitudine e dall’incertezza,
dalla consapevolezza che si può contare solo su stessi,
e che – se fossero uomini – il socialismo non
è che un movimento politico!).
Socialismo – complesso di idee, pensieri, concetti,
orientamenti politici e dottrine che desiderano una uguaglianza
dal punto di vista economico, sociale e giuridico, di tutti
i cittadini.
Il Socialismo è definito come ‘’modello
economico e giuridico’’ che dà corpo al
vero significato di ‘’sociale’’, e
cioè ‘’ la popolazione avanti a tutto!’’
Alcuni di questi Cani, ad ogni passaggio trovano ancora la
forza di reagire, ma molti altri no; la tristezza di ciò,
oltre che per il grave disagio della Bestiola, sta nel constatare
la realtà ipocrita di quelle persone che in nome dell’animalismo,
mostrano il rovescio della medaglia del buonismo – forme
egoistiche di discolpa!
Il susseguirsi delle vicende negative con l’acuirsi
delle forme di distacco, destabilizzano la già precaria
psiche degli individui, e il comportamento derivato, non è
altro che l’espressione del vissuto ‘’regalatogli
dalle persone che si dichiarano amanti degli Indifesi’’.
Come per i Cani, anche per i Bambini è possibile uscire
dal disagio, esclusivamente permettendo loro un sostegno continuo
e duraturo.
Qualora fosse troppo tardi, e i ritardi di crescita fossero
ormai troppo in là con il livello di espansione, è
stato annotato un progressivo aumento del tasso di mortalità.
Harry, F. &Harlow,H.F. “The Nature of love”,
first published in American Psychologist, 1958, 13, 673-685.
Harlow - Portò a termine un esperimento su due
neonati di Scimmie: le Scimmiette, furono separate dalla madre,
e, chiuse in gabbia vennero fornite loro due artefatti materni:
uno in peluche, caldo e morbido, che non aveva però
nessun tipo di sostentamento alimentare (latte), e l’altro
che forniva latte, ma che era fatto di materiale metallico
per cui freddo. Le Scimmiette, a seconda della situazione
che vivevano, prediligevano una o l’altra figura: di
peluche quando si sentivano minacciate e avevano bisogno di
conforto; di metallo per soddisfare i bisogni alimentari.
Il contatto fisico è dunque un bisogno primario ed
indipendente da quello alimentare. Entrambi importanti e nessuno
abrogabile.
Spesso, sentiamo parlare di Ansie, quando il Bambino e il
Cane, vengono lasciati a scuola dai Genitori (Bambini) o a
casa dai proprietari (Cani). I Bambini e i Cani mostrano i
loro disagi del tutto simili a quelli descritti da René
Spitz, irrequietezza, smarrimento, destabilità; questi
disagi però (causati dal rimanere per brevi periodi
senza la figura di riferimento), non scaturiscono dall’allontanamento
della persona cara, ma dalla non abitudine all’allontanamento;
è una forma di insicurezza dovuta ad una carenza educativa,
deficitaria di esperienza.
Il ‘’Disturbo della separazione’ o ‘’Sindrome
dell’abbandono’’, è invece dovuta
esclusivamente alla mancanza di cure materne, e non si mostra
nell’allontanamento momentaneo, perché se l’assistenza
è quella dovuta, il Bambino e il Cane sanno che ‘’Ella’’
tornerà da loro, è una cosa che sentono dentro!
Diagnosticare il disagio con un livello superiore di gravità,
solo perché, le persone esaminatrici, fanno parte di
una schiera di elementi possessori di una maturità
che non permette di vedere le cose con un’ottica meno
complessa del livello concettuale in cui ‘’loro’’
si trovano, lo ritengo sbagliato.
Parlare di:
Ansie sociali – Bambini e Cani
Ansia da separazione
Ansia da prestazione
Ansia relazionale
Disagi sociali –
Distacco
Insicurezza
Inespressività
Iperattività
è un modo per identificare taluni comportamenti, che
però si discostano di molto dalla reale flessibilità
emotiva.
Per ciò che riguarda il particolare del disturbo anaclitico,
vorrei riportare un esempio che può rendere più
facile la comprensione per il reale riconoscimento della causa
d’origine - è fondamentale individuare la giusta
causa dei disagi, altrimenti il lavoro di recupero, non arriverà
mai all’obiettivo prefissato. Guarire è possibile!
Esempio – ''Billy, un Cagnetto di tre anni
che fino ad un certo punto della sua vita, è stato
sereno, poi, qualcosa è cambiato, e nel suo compagno
umano ha cominciato a vedere un personaggio straniero e forse
anche ostile!
Non ostile perché cattivo nei suoi confronti, ma ostile
perché non lo considerava più in un certo modo,
mancandogli di atteggiamenti di cura; era uno straniero, che
non parlava più la sua lingua.''
Un proprietario molto indaffarato, che torna a casa la
sera, stanco dal lavoro e forse anche carico delle preoccupazioni,
può essere che non abbia molta voglia di mettersi a
giocare con il suo Canee a coccolarlo nel modo e tempo necessario
per farlo sentire ‘’importante’’,
per farlo sentire un Compagno intimo e non un coinquilino,
dedicandogli quelle attenzioni particolari che fortificano
i rapporti.
Immerso nei propri pensieri, l’uomo appaga una richiesta
del Canetto, con qualche carezzina fugace, una buona pappa
saporita e un bel giochetto; prima una cosa, poi l’altra
o tutte insieme, senza pensarci molto, per esser libero di
eclissarsi nuovamente nei propri pensieri, pensieri che abbandonerà
poi, per far uscire il Cane, accompagnandolo al parco, parco
dove il Piccoletto troverà tanti altri Cani che ‘’forse’’
come lui, vivono ospiti degli esseri umani.
Non bisogna per forza essere stanchi per comportarsi
così, perché c’è gente comune che
si comporta in questo modo con i propri Cani, seguendo il
‘’credo’’ delle dicerie popolari,
ossia che al Cane non bisogna dare quella particolare importanza
e una volta che l’hai fatto mangiare, gli hai dato dei
giochini, e ha gli amichetti al parco, lui è contento!
Discorso valido anche per molte Famiglie composte da
soli umani…atteggiamenti tipici di chi sostituisce i
sentimenti con la materialità, i giochini con i computer,
i baci con i dolci e le dolci promesse di prossimi ‘’pieni’’
– serbatoi pieni – di materialità.
Il problema non è se ciò avviene una tantum,
il problema si presenta quando questo comportamento diventa
l’abitudine.
Le persone si dimenticano dei Cani.
I Genitori, si dimenticano del Figli.
Tornando a Billy: ''vivendo un po’ il senso di colpa
nei confronti di Billy, il proprietario gli mise accanto un
altro Cane. Billy fu molto contento!
Il successo dell’azione, portò il proprietario
ad assentarsi ancor di più. Billy, non accusò
più di tanto la cosa, mentre l’altro (il secondo
Cane), si. Brenda, questo era il suo nome, era un cucciolo
che veniva da una Famiglia, non da un allevamento; nella Famiglia
aveva vissuto con la Mamma fino al giorno in cui venne portata
via per far compagnia a Billy. La mancanza dei consimili,
la colmò con Billy, ma quella delle persone, no, perché
l’escalation del distacco progressivo del nuovo proprietario,
divenne tale, che praticamente i Cani lo vedevano solo la
mattina quando si svegliava, e la sera quando rientrava; li
salutava, dava loro da mangiare e li lasciava in soggiorno
da soli; questo è stato il suo comportamento, dal momento
in cui vide che la Piccolina si trovava bene con Billy, e
che Billy le bastava come Padre!
Pure se l’uomo, non era molto di più di una presenza,
anche solo la mancanza di quella presenza, cominciò
a destabilizzare Brenda, che iniziò a dimagrire sebbene
mangiasse sempre con appetito e tutto quello che gli veniva
proposto nella ciotola; e si accentuarono in lei alcune peculiarità
comportamentali: più attiva nei movimenti ma in forma
irrequieta, più sottomessa e più sensibile ai
cambiamenti – giocando con gli oggetti in casa, spesso
li distruggeva; al momento dell’arrivo del proprietario
era talmente eccitata che era quasi impossibile tenerla ferma;
in passeggiata tirava da tutte le parti come se stesse cercando
chissà cosa o la inseguisse chissà chi.
Prima di pensare ad un problema psicologico, le vennero fatti
tutti gli accertamenti diagnostici, per scongiurare malattie.
Il Cane risultò sano! Ma la sua magrezza divenne ben
presto al limite del concepibile, e l’umore decisamente
non tranquillo nelle situazioni di allerta e appartato più
del richiesto quando si sentiva minacciata.
Fu cambiata la sua dieta e per un po’, questa accortezza
lo aiutò; ma fu solo la premura che il proprietario
(responsabilizzato), gli diede, a fargli superare la fase
critica del ‘’quasi’’ non ritorno,
e piano piano piano, uscì da quella fase che la stava
portando alla morte psichica sicuramente e probabilmente anche
a quella fisica, poiché i disagi della mente sono spesso
causa di malesseri fisici che sconfinano nel patologico!''
Quanto narrato accade anche per molti esemplari che stazionano
nei canili, molti esemplari che non vivono una vita cooperativa
con la Famiglia umana a cui appartengono, e ancora per molti
che non hanno conosciuto la Mamma, e molti che sono stati
abbandonati e/o passano da una Famiglia all’altra come
fossero una biglia in cerca della buca.
Nel nostro piccolo rifugio di Anime perse potremmo parlare
di Evy e Taron, di Don Chuck, di Carletto, Zio Albert, Deb,
Charlie, Rey e tanti altri purtroppo… che per riprendersi
(alcuni solo in parte) ci hanno messo due anni circa …
e la loro ripresa non è comunque libera da tristi ombre
di un passato ricco di manchevolezze!
Nel mondo cinofilo, si usa staccare i cuccioli in età
molto precoce, per far fissare i soggetti alle persone. Questo
comporta una crescita disequilibrata e carente di molti aspetti,
perché per quanto una persona possa essere addentro
alle cure di cui necessitano i cuccioli, non sarà mai
in grado di sostituire un’assistenza data da un consimile;
le sottigliezze che all’uomo sfuggono, non sfuggono
alla Balia della stessa specie, sbagliato è anche farli
vivere con l’uomo in maniera fugale, poiché non
si abitueranno come dovuto alle abitudini diverse da quelle
della propria specie.
Nel nostro mondo, accadono, come studiato da Spitz, nelle
situazioni di abbandono, voluto o forzato, e nelle destabilizzazioni
assistenziali.
La depressione anaclitica o disturbo dell’abbandono,
trova ragione in disagi psichici e si presentano in carenza
di cure parentali; nulla hanno a che vedere, gli effetti che
produce, con l’ansia da separazione che oltre a non
appartenere ad altri che all’uomo, si manifesta in quest’ultimo
per la coscienza della perdita e /o ipotetica perdita, mentre
la depressione anaclitica è la mancanza
‘’in generale’’ dell’assistenza
materna e non il suo distacco momentaneo! –
riflettere bene sul luogo ove sono state fatte le
prime osservazioni, sull’esperimento con le Scimmiette
e sui quadri drammatici che mettono nero su bianco, alcuni
Cani dei canili, e Cani di privati che non hanno cognizione
educativa (supportati purtroppo anche da personale ‘’professionale’’
che non stacca la psicologia umana da quella canina!)
Fiori di bach, essenze di feromoni
ed estratti del latte non sostituiranno mai la carezza di
una Mamma.
Dal libro: A
Te - Educazione Naturale -
Progetto Scuola Ambiente di Barbara Tullio
e Paolo Caldora
Interessante leggere ''Le
carezze''