I Dinosauri si sono estinti perché
non li carezzava nessuno. (Anonimo)
Il Desiderio si esprime attraverso una carezza come il
Pensiero attraverso il linguaggio. (Jean-Paul Sartre)
La carezza è l’Amore che ti passa tra le
dita. (Anonimo)
Una carezza è un bacio, è un respiro profondo
che collega una Mamma ad un Figlio.
Attraverso la carezza, l’espressione di quel che
abbiamo dentro si fa materiale. È come toccare
l’immaterialità degli stati d’animo.
A volte noi uomini usiamo questo gesto con superficialità,
mentre per il Bambino e per il Cane, ha sempre un valore
di estrema importanza. E tale è, quest’importanza,
che ogni carezza assume un significato diverso a seconda
del momento e punto del corpo ove viene posta. Oserei
dire che è la firma di presentazione.
Una manina titubante, che si accompagna ad un sorriso
incorniciato da gote rosse di emozione, dichiarano la
benevolenza e il rispetto; così come lo è,
un musino che attento cattura il profumo del Bimbo e piano
si avvicina sempre d più a lui per unire a quel
profumo il proprio.
L’unione dei profumi dei corpi, è indice
di fiducia!
La carezza è padrona di nobili intendimenti, di
inaspettati sentimenti che suggellano patti sociali.
La carezza non è una semplice parola, ma il destarsi
di ciò che di più profondo celiamo nel nostro
cuore.
È l’uscita allo scoperto, di quel che siamo.
Il Bambino, nella sua purezza e il Cane nella sua semplicità,
mediante la carezza avviano una conoscenza che avrà
vita nella sincerità.
La carezza nasce nel momento in cui il Bambino viene
al mondo.
La Mamma, accogliendolo fra le sue braccia, non può
fare a meno di passare le sua mano su quella Creatura
che ha un legame indissolubile con lei.
Quei delicati passaggi su tutto il corpo del Figlio,
dicono lui, sono qui... mi riconosci?...abbiamo trascorso
nove mesi insieme parlando, dormendo, mangiando; eravamo
sempre insieme ma qualcosa ci impediva di completarci…ora
quel velo non c’è più, ed eccoci finalmente
uno stretto all’altra, liberi di sentire le parole
dei nostri cuori attraverso ‘’questo tocco
magico’’
La carezza nasce nel momento in cui il Cucciolo viene
al mondo.
La Mamma, dopo aver inciso il sacchetto che lo avvolge,
pulisce e scalda la sua Creatura, leccandola. Sotto quei
baci, a contatto con la calda e morbida lingua di Mamma,
il Cucciolo saluta la vita.
La lingua della Mamma, è uguale alla nostra mano
che assiste e carezza; gli Animali che non hanno le mani
come noi, non posseggono altro sistema per compiere un’azione
similare, e infatti in moltissimi atteggiamenti, riconosciamo
la similarità dei due comportamenti.
Questo tipo di assistenza, permette una crescita in equilibrio.
Le carezze, gli abbracci e le attenzioni di cura, permettono
un rinsaldo continuo fra la Madre e il Figlio. Nell’abbraccio
gli odori si fondono aggiungendo sempre più forza
alle Entità mentre le carezze lusingano i corpi
massaggiandoli delicatamente.
Due tipi di carezze
La carezza fa parte del linguaggio delle mani; un linguaggio
che ben sostituisce le parole, e perciò è
ben compreso da coloro che delle parole non sanno ancora
cosa farsene.
Indispensabili per il contatto sociale, esprimono la considerazione
e il trasporto che, chi le ‘’pronuncia’’,
ha dell’altro e verso l’altro. Tamquam chi
le accetta e ricambia.
Affascinante aspetto della carezza, è quello che
non può celare menzogna, perché nel tocco
della mano, viene trasmesso lo stato d’animo di
chi la mette in pratica.
Fra le diverse specie animali, il gesto della carezza
ha delle lievi differenze espressive, sfumature che possono
far interpretare un sentimento piuttosto che un altro.
Non parliamo tanto del momento in cui avviene il contatto,
ma dell’avvicinamento fra i due ‘’elementi’’.
Per noi umani, posare la mano sul capo di un Cane, con
il palmo rivolto quindi verso il basso e il dorso al cielo,
o anche posarla sulla spalla di un amico, simboleggia
di atto di benevolenza e, se riferito ad Bambino (l’atto
di carezzare) sicuramente di affetto e protezione; è
un po’ questo gesto, come la benedizione del Sacerdote
sul capo dei fedeli. Per un Cane, assume un significato
diverso a seconda degli umori, della situazione e della
confidenza fra lui e la persona che vorrebbe carezzarlo.
Si dice: la carezza è il modo più semplice
e sincero per fare conoscenza.
Per noi umani esiste la stretta di mano, per i Cani,
esistono prima gli odori e poi la confidenza della carezza.
Ecco, forse confidenza è la parola giusta per spiegare
l’importanza di questo gesto.
Il palmo sul capo del Cane, è un atto che domina,
o che protegge.
Un palmo rivolto verso l’alto, è una richiesta
o un’offerta.
La mano per il Cane è come la bocca.
La mano della nostra Mamma ci carezza.
La mano della Mamma dei cuccioli di Cane, è la
lingua. Con la lingua i Cani carezzano e puliscono, perfettamente
uguale a quello che le persone, fanno le mani.
La mano con il palmo rivolto verso il pelo del Cane,
secondo il Cane, potrebbe essere benissimo una bocca che
come lo tocca, lo afferra (lo morde), ed è quindi
normale che sia un po’ schivo le prime volte, quando
vede quel gesto, ma una volta presa confidenza con la
persona che lo elargisce, subito anche per il Cane, si
trasforma in qualcosa di piacevole e positivo.
La mano con il palmo rivolto verso l’alto, è
invece una mano che il Cane non teme, perché è
come una ciotolina che potrebbe essere colma di cose buone
oppure chiede di essere riempita di bontà.
Le carezze di una Mamma al Figlio, danno serenità,
affetto, protezione, educazione, equilibrio.
È provato che un Bambino a cui un tale atteggiamento
non è mancato, mostri nella crescita,equilibrio
comportamentale.
Così come accade in tutte le cucciolate in cui
MammaCane è rimasta con i suoi piccoli ben oltre
lo svezzamento, libera di occuparsi dei Figlial meglio
di una Mamma.
Il Bambino, nella sua purezza e il Cane nella sua
semplicità,
mediante la carezza avviano una conoscenza che avrà
vita nella sincerità.
La carezza l’intimità di un gesto che
non ha bisogno di parole
La carezza permette di entrare in contatto e di fare conoscenza,
nel rispetto l’uno dell’altro.
L’insegnamento che ne scaturisce, è una forma
educativa espressiva nel personale e nel collettivo, che
mette alla prova la socialità degli individui,
protagonisti dell’atto; li educa e li promuove alla
vita.
tratto dal libro: ''Similitudini
fra Cani e Lupi'' di Barbara Tullio e Paolo Caldora