Natale 2012 - ''Buon Natale da Elisabetta''

Una bellissima storia di una carissima Amica...

“ Racconto invernale “
Di
Elisabetta Rombolà

Kan ya ma Kan
C’era una volta…, ma non è un racconto arabo, è un piccolo racconto invernale che parla di un lupo d’argento…
Il Lupo trottava con passo spedito sulla distesa di neve in mezzo ai boschi. La pelliccia invernale ha sfumature d’argento ed il muso è spruzzato di neve.
Non insegue una preda, almeno non in quel momento, si sposta in solitudine andando da un posto ad un altro, nei suoi occhi ambrati la profondità e la tranquilla sicurezza di chi sa di essere.
Trotta Lupo, trotta per andare da un posto a un altro…
Dalle ombre del bosco due occhi gialli screziati di verde lo seguono con attenzione. Decide, si muove, lo rincorre.
Il Lupo d’argento la vede arrivare dalle ombre fitte del bosco, una Lupa Rossa con gli occhi verdi. Lo raggiunge ed inizia a girargli intorno, lui la guarda e continua il suo trotto.
“Dove vai?” Chiede la Lupa Rossa.
“Mi sposto da un posto ad un altro”, risponde il Lupo d’argento.
“Perché?”
“Perché ho delle incombenze…”
“Cosa sono queste “incombenze”?”
“Cose che devo fare”
“Perché non ti fermi a giocare?”
“Adesso non posso…”
“D’accordo allora vengo con te, così quando avrai finito con queste “incombenze” potremo giocare insieme…”
Proseguono affiancanti la strada, il Lupo d’argento con la sua pelliccia maestosa e la piccola giocosa Lupa Rossa dagli occhi verdi
Arrivano in una radura al bordo della quale c’è una casa diroccata, il Lupo d’argento guarda e riconosce il posto, “Si è qui che dovevo venire”, pensa.
La Lupa Rossa lo guarda e chiede:
“Pensi che sia un buon posto?”
“Si lo penso, gli uomini non vengono più qui, possiamo stare tranquilli”
Trovano un anfratto riparato dal vento. La Lupa Rossa chiede: “Andiamo a caccia?” e così si allontanano insieme, pelliccia d’argento e pelliccia rossa, una acconto all’altra. Trovati un paio di coniglietti invernali, che non riescono a sfuggire al loro accerchiamento, tornano nell’angolino che si sono scelti e a pancia piena si addormentano.
Mentre la Lupa Rossa dorme profondamente soddisfatta, il Lupo d’argento si alza e silenziosamente si allontana, per andare a nascondersi dietro un angolo della casa diroccata e qui, incredibilmente, si trasforma. E’ un mago, un mago che ha a cuore l’armonia della natura e della vita, non si sa se in origine fosse un lupo o un essere umano, è un mago , in fondo nè dell’una nè dell’altra specie. Lui interviene ogni volta che gli esseri umani sconvolgono l’equilibrio naturale delle cose e cerca di ripristinarlo. E’ chiaro che purtroppo ha molto da fare, ma lui è bravo ad operare la magia che riporta l’equilibrio nel cuore degli uomini. Il fatto è che nella forma di Lupo ci sono delle magie che non può operare, perché gli uomini hanno paura dei lupi, così ogni tanto gli tocca trasformarsi.
Una volta trasformato in un vecchietto dalla barba spruzzata di neve e dal mantello grigio argento, il mago s’incammina verso la casa di quella famiglia umana presso la quale deve operare la sua magia.
La Lupa Rossa si è svegliata e non trova al suo fianco il Lupo d’argento, ma sente il suo odore e sa che tornerà, così si dispone tranquilla ad aspettarlo.
A metà della giornata il Lupo d’argento ritorna ed ha una piccola preda che deposita con gentilezza davanti alla sua nuova amica.
“Giochiamo?” Chiede la Lupa Rossa.
“Si, adesso giochiamo.”
Ed iniziano a rincorrersi, alzando spruzzi di neve, saltando qua e la, facendosi delle finte, acchiappandosi e rotolandosi nella neve alta.
E’ sera, tornano al loro rifugio e si accomodano per la notte.
Anche questa volta, mentre la Lupa Rossa dorme, il Lupo d’argento si alza e va a nascondersi per operare quella trasformazione che lo porterà nuovamente ad essere il mago, la cura della famiglia umana richiede più tempo del previsto, perché il guaio è più grosso di quello che si aspettava. Finita la trasformazione sente una voce: “Ah! è così che si fa?” E girandosi vede la Lupa Rossa che lo guarda ed in uno scintillio si trasforma in una giovane donna dai capelli rossi e gli occhi verdi.
“Dove andiamo?”
“Io devo andare da una famiglia che ha perso il suo contatto di equilibrio con la natura delle cose, li devo aiutare, altrimenti rovineranno il mondo…”
“Sono queste le tue “incombenze”?”
“Si”
“Vengo con te”
Vanno nuovamente da quella famiglia ed insieme operano una grande magia, la famiglia è guarita.
Tornano al loro rifugio ed in uno scintillio si trasformano nuovamente in lupi.
“Mi trovo molto meglio in questa forma”, dice la Lupa Rossa
“Si, è una forma più pratica”, risponde il Lupo d’argento, “puoi correre, cacciare e i pensieri sono in armonia con tutta la natura che ci circonda.”
Ripartono ed insieme vanno a portare la loro magia la dove ce n’è bisogno ed il bisogno di loro nell’umanità è talmente grande che sono sempre in giro.
Passa il tempo e guardando su una distesa gelata coperta di neve si vedono un Lupo d’argento, affiancato da una Lupa Rossa che trottano con passo leggero e cadenzato, quello che percorre lunghe distanze, dietro di loro ci sono sei lupacchiotti metà sono rossi come la mamma e metà sono d’argento come il papà.
Il Lupo d’argento si gira a guardare la sua compagna e si rende conto che nel tempo umano sono passati secoli dalla prima volta che l’ha incontrata
“E’ tanto tempo che siamo insieme…”, dice
La Lupa Rossa lo guarda intensamente
“Forse, ma che cos’è il tempo per un lupo?”