“ Racconto invernale
“
Di
Elisabetta Rombolà
Kan ya ma Kan
C’era una volta…, ma non è un racconto arabo,
è un piccolo racconto invernale che parla di un lupo d’argento…
Il Lupo trottava con passo spedito sulla distesa di neve in mezzo
ai boschi. La pelliccia invernale ha sfumature d’argento
ed il muso è spruzzato di neve.
Non insegue una preda, almeno non in quel momento, si sposta in
solitudine andando da un posto ad un altro, nei suoi occhi ambrati
la profondità e la tranquilla sicurezza di chi sa di essere.
Trotta Lupo, trotta per andare da un posto a un altro…
Dalle ombre del bosco due occhi gialli screziati di verde lo seguono
con attenzione. Decide, si muove, lo rincorre.
Il Lupo d’argento la vede arrivare dalle ombre fitte del
bosco, una Lupa Rossa con gli occhi verdi. Lo raggiunge ed inizia
a girargli intorno, lui la guarda e continua il suo trotto.
“Dove vai?” Chiede la Lupa Rossa.
“Mi sposto da un posto ad un altro”, risponde il Lupo
d’argento.
“Perché?”
“Perché ho delle incombenze…”
“Cosa sono queste “incombenze”?”
“Cose che devo fare”
“Perché non ti fermi a giocare?”
“Adesso non posso…”
“D’accordo allora vengo con te, così quando
avrai finito con queste “incombenze” potremo giocare
insieme…”
Proseguono affiancanti la strada, il Lupo d’argento con
la sua pelliccia maestosa e la piccola giocosa Lupa Rossa dagli
occhi verdi
Arrivano in una radura al bordo della quale c’è una
casa diroccata, il Lupo d’argento guarda e riconosce il
posto, “Si è qui che dovevo venire”, pensa.
La Lupa Rossa lo guarda e chiede:
“Pensi che sia un buon posto?”
“Si lo penso, gli uomini non vengono più qui, possiamo
stare tranquilli”
Trovano un anfratto riparato dal vento. La Lupa Rossa chiede:
“Andiamo a caccia?” e così si allontanano insieme,
pelliccia d’argento e pelliccia rossa, una acconto all’altra.
Trovati un paio di coniglietti invernali, che non riescono a sfuggire
al loro accerchiamento, tornano nell’angolino che si sono
scelti e a pancia piena si addormentano.
Mentre la Lupa Rossa dorme profondamente soddisfatta, il Lupo
d’argento si alza e silenziosamente si allontana, per andare
a nascondersi dietro un angolo della casa diroccata e qui, incredibilmente,
si trasforma. E’ un mago, un mago che ha a cuore l’armonia
della natura e della vita, non si sa se in origine fosse un lupo
o un essere umano, è un mago , in fondo nè dell’una
nè dell’altra specie. Lui interviene ogni volta che
gli esseri umani sconvolgono l’equilibrio naturale delle
cose e cerca di ripristinarlo. E’ chiaro che purtroppo ha
molto da fare, ma lui è bravo ad operare la magia che riporta
l’equilibrio nel cuore degli uomini. Il fatto è che
nella forma di Lupo ci sono delle magie che non può operare,
perché gli uomini hanno paura dei lupi, così ogni
tanto gli tocca trasformarsi.
Una volta trasformato in un vecchietto dalla barba spruzzata di
neve e dal mantello grigio argento, il mago s’incammina
verso la casa di quella famiglia umana presso la quale deve operare
la sua magia.
La Lupa Rossa si è svegliata e non trova al suo fianco
il Lupo d’argento, ma sente il suo odore e sa che tornerà,
così si dispone tranquilla ad aspettarlo.
A metà della giornata il Lupo d’argento ritorna ed
ha una piccola preda che deposita con gentilezza davanti alla
sua nuova amica.
“Giochiamo?” Chiede la Lupa Rossa.
“Si, adesso giochiamo.”
Ed iniziano a rincorrersi, alzando spruzzi di neve, saltando qua
e la, facendosi delle finte, acchiappandosi e rotolandosi nella
neve alta.
E’ sera, tornano al loro rifugio e si accomodano per la
notte.
Anche questa volta, mentre la Lupa Rossa dorme, il Lupo d’argento
si alza e va a nascondersi per operare quella trasformazione che
lo porterà nuovamente ad essere il mago, la cura della
famiglia umana richiede più tempo del previsto, perché
il guaio è più grosso di quello che si aspettava.
Finita la trasformazione sente una voce: “Ah! è così
che si fa?” E girandosi vede la Lupa Rossa che lo guarda
ed in uno scintillio si trasforma in una giovane donna dai capelli
rossi e gli occhi verdi.
“Dove andiamo?”
“Io devo andare da una famiglia che ha perso il suo contatto
di equilibrio con la natura delle cose, li devo aiutare, altrimenti
rovineranno il mondo…”
“Sono queste le tue “incombenze”?”
“Si”
“Vengo con te”
Vanno nuovamente da quella famiglia ed insieme operano una grande
magia, la famiglia è guarita.
Tornano al loro rifugio ed in uno scintillio si trasformano nuovamente
in lupi.
“Mi trovo molto meglio in questa forma”, dice la Lupa
Rossa
“Si, è una forma più pratica”, risponde
il Lupo d’argento, “puoi correre, cacciare e i pensieri
sono in armonia con tutta la natura che ci circonda.”
Ripartono ed insieme vanno a portare la loro magia la dove ce
n’è bisogno ed il bisogno di loro nell’umanità
è talmente grande che sono sempre in giro.
Passa il tempo e guardando su una distesa gelata coperta di neve
si vedono un Lupo d’argento, affiancato da una Lupa Rossa
che trottano con passo leggero e cadenzato, quello che percorre
lunghe distanze, dietro di loro ci sono sei lupacchiotti metà
sono rossi come la mamma e metà sono d’argento come
il papà.
Il Lupo d’argento si gira a guardare la sua compagna e si
rende conto che nel tempo umano sono passati secoli dalla prima
volta che l’ha incontrata
“E’ tanto tempo che siamo insieme…”, dice
La Lupa Rossa lo guarda intensamente
“Forse, ma che cos’è il tempo per un lupo?”