Gli "Urlatori"

Fu principalmente un movimento di protesta sviluppatosi fra gli anni '60 e '70 contro le ideologie sociali. Nacque inizialmente come contrapposizione all'autoritarismo e al nozionismo della vita tradizionale. Si trattava di una reazione ai modelli culturali della generazione precedente, che aveva vissuto la guerra mondiale e la ricostruzione. Segnò un cambiamento radicale nel pensiero politico (es.: affiancandosi al movimento pacifista contro la guerra del Vietnam; determinando l'inizio della fine delle distinzioni di classe e di colore della pelle;…), letterario (es.: un urto violento si ebbe con la Beat generation, la vita "on the road" priva di schemi;…), e musicale ( es.: l'avvento dei Beatles, Rolling Stones, Mina e Celentano…).
Elementi comuni di questo impasto erano : un forte anti-autoritarismo, la sottolineatura dell'eguaglianza e la voglia di libertà.

Escludendo il pensiero di uguaglianza, che tutti dovrebbero ritenere semplicemente sacrosanto, i meravigliosi principi del movimento, non poterono sempre avere sfogo nel contesto di una vita sociale, e causarono non pochi problemi di ordine pubblico.
Questo desiderio di rinnovarsi colpì anche il nostro settore : la cinofilia.
Negli anni '70 due grandi studiosi : Konrad Lorenz e Ferdinand Brunner, ci resero partecipi delle loro esperienze basate sulla costante osservazione degli animali, con alcune pubblicazioni ( L'anello di Re Salomone - E l'uomo incontrò il cane - Come capire il cane e farsi capire da lui …), che fecero crollare false credenze e dogmi preconcettuali.
Purtroppo i flussi impetuosi possono culminare nell'esasperazione.
La degenerazione della corrente portò a definire "urlatore" il pensiero operante all'opposizione.
Rientrano nella categoria " urlatori cinofili" tutti coloro i quali esprimono giudizi in materia senza sapere di cosa stanno parlando, l'importante è andare controcorrente. Credo che i cambiamenti debbano servire per migliorare, non per ribaltare la frittata. Queste persone hanno sconvolto la legge naturale animale ( legge del branco ). Per loro non esiste il rispetto ma il rincoglionimento del cane.
Leggendo qua e là, ascoltando gli allievi del campo che raccontano aneddoti di vita vissuta passeggiando per la città con il cane al guinzaglio, mi accorgo del dilagare di questa febbre.
Come gli urlatori del '60 anti-conformisti, i " moderni" pretendono di crescere i propri amici a quattro zampe senza autorità, stravolgendo la loro mente ove è ben radicato l'ordine e la disciplina. Se il branco non è organizzato in : capo e compagna ( elementi di dominanza, forza caratteriale e fisica ), progenie e gregari ( elementi di contorno indispensabili per la forza che solo l'unione di azione e di pensiero può dare ) non ha ragione di esistere. Il bene del branco è il bene della società. Se nel mondo umano, cosiddetto civile, gli interessi personali sovrastano quelli morali e collettivi, ove il bene di uno è più importante del bene di tutti, non dobbiamo pensare che nel mondo animale sia così.
Alcuni anni fa nacquero addirittura scuole per urlatori, al grido di : il cane felice ha un proprietario accondiscendente ( dal manuale dell'educatore cinofilo del Biancospino ), e insegnamento con metodo gentile ( senza imposizione da parte del proprietario ).
Ma i cani fra di loro non comunicano tramite il linguaggio del corpo e la tonalità della voce, o tramite il contatto? Non mi sembra che si chiedano se per favore puoi fare questo o se per cortesia potresti fare quest'altro; e come ringraziamento si scambino un legnetto o un biscottino. Stiamo parlando di cani ( animali superiori ) o di "vongole" ( senza offesa per i molluschi ).
E allora perché bisogna sconvolgere le leggi naturali? Perché è sbagliato " ora" usare i tre influssi ( visivo, uditivo e meccanico ) per cercare di migliorare il rapporto fra bipedi e quadrupedi? Perché non si sente parlar d'altro che di metodi senza coercizioni perché basati sul gioco e sul cibo? Perché un linguaggio naturale deve essere chiamato crudele e un pasto servito scaglionatamente nell'arco della giornata, solo dopo aver eseguito gli esercizi richiesti deve essere chiamato metodo gentile? Dov'è la gentilezza nel foraggiare il cane solo se lavora, altrimenti " nisba"? E dov'è la crudeltà nel cercare di comunicare con il proprio amico di pelo tramite un linguaggio che mamma e papà cane gli hanno fornito nei geni?
Forse le persone che hanno bisogno dei cosiddetti metodi alternativi non hanno avuto la fortuna di incontrare "addetti ai lavori" che spiegassero loro come pensa un cane. O forse hanno qualche problema di origine psicologico per cui trasfigurano il cane con l'essere umano, danneggiando in questo modo la psiche del povero animale.
A questo punto ecco la flotta degli educatori, psicologi, veterinari comportamentisti, e quanti più possano intervenire, pronti a dare costosi giudizi. Uno psicologo umano ci vorrebbe…
Credo inoltre che non sia ben chiaro che lavorare con il proprio cane è un modo per comunicare, non importa se intraprenderete poi la carriera sportiva, non importa se diventerete dei campioni o no.
L'importante è cercare di educare le due specie animali a vivere in una società fatta di regole ( almeno nel nostro piccolo).

"L'educazione è una dottrina atta a guidare gli "adolescenti" nel rispetto dei doveri e nell'esercizio dei diritti".

 

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