La Storia del Cane

C’era una volta un lupo curioso che si aggirava attorno al bivacco dell’uomo. Lo scaltro campeggiatore era già da un po’ di tempo che aveva adocchiato quel simpatico lupetto. Si accorse di lui un giorno, mentre cercava invano, di catturare un leprotto. Sbirciando dai cespugli, il lupo sicuramente pensò ‘ma quanto sei tonto che non riesci a prendere neanche un leprotto?!... moh ti faccio vedere come si fa’… il lupetto si acquattò, stette un attimo fermo fermo e, studiato il rimbalzo dell’animaletto ballerino, con un salto e un atterramento, catturò il poveretto.
L’omino rimase incantato da tanta scaltrezza, allorché, decise di non mollare più il maestro di caccia.

Il tempo passò e finalmente anche l’allievo cominciò a non avere più difficoltà a sfamarsi. Progredendo nell’arte della caccia, affinò le tecniche inventando bastoni, archi e frecce.
Non dimentico del suo precettore, soleva dividere con lui la cacciagione. Dapprima spartiva la preda lì per lì, poi mentre tornava al bivacco, lasciando mollichina dopo mollichina in modo da farsi seguire dal prode (che fu a quel tempo che s’inventò il metodo buonista per insegnare le condottine?!... può darsi… ma se così fosse perché lo chiamano metodo innovativo???)…mah, torniamo a noi… dunque, mollichina dopo mollichina, il lupetto al seguito del cacciatore, giunse a meta, l’accampamento. Una volta conosciuta la destinazione ultima, per mangiare dovette cominciare ad aspettare che l’omino cuocesse la sua carne e che solo dopo aver consumato la propria porzione avrebbe elargito al compagno la di lui razione. Il lupo divenne subalterno. Da maestro a gregario il passo è un pezzo di ciccia.

Abituandosi alle pappe elargite, il lupetto smise di cacciare in solitaria e si unì all’uomo. L’uomo ne fu felice perché l’amico animale sapeva riconoscere le tracce buone, scegliere l’appostamento migliore, individuare la preda più debole. Cosa poteva desiderare di più l’uomo?... che il lupo gli riportasse il cadavere dopo che egli lo aveva steso con una frecciatina ben assestata procurandone la morte.
Il lupo divenne schiavo portatore.

Poi un giorno di primavera, il lupetto sentì un odore molto diverso da quello delle solite prede, si incuriosì e seguì la nuova traccia. Una bella lupetta tutta curve lo aspettava dietro l’angolo. Da cosa nasce cosa, da moina nasce miona, da divertimento nascono i cuccioli.

L’uomo non vedendo più il suo aiutante lo andò a cercare. Vide l’accaduto e in lui si accese la lampadina del business. Con fare un po’teatrale si fece presentare dal lupetto la sua amica. Da cosa nasce cosa, da moina nasce miona, da carezza nasce l’ingabbamento,

Raccolse i cuccioli, li infilò in un sacco e, con i genitori creduloni e speranzosi, se ne tornò all’accampamento.

***

Come ricompensò l’uomo l’operato del lupo?
Sfruttandolo nella riproduzione e nell’arte della sopravvivenza (più lupi = più forza lavoratrice = meno lavoro per il padrone).
Non contento ne modificò a tal punto carattere e aspetto fisico che ne selezionò un tipo per ogni uso. Nacquero le razze e il business dilagò.

Quattrini, fama e tanta tristezza sono alla base dell’allevamento commerciale, dei capricci degli uomini miseri e dei giocattolai senza scrupoli.


La gente comune, le riviste cinofile, i giornali quotidiani, i mas-media parlano del cane come di un qualcosa da utilizzare: pet therapy, forze dell’ordine, pubblico aiuto…sport, università, scuole… e tanto altro ancora. Mai che leggessi un articolo inerente alla bellezza di osservare il suo operato, all’importanza di conservare una specie nata in provetta e non per gentile concessione della natura. Se tante volte capita che si parli del cane in maniera benevola e sempre per uno scopo di profitto.

A volte penso che sarebbe stato molto meglio se quel lupetto curioso si fosse fatto i fatti propri e non avesse voluto insegnare al campeggiatore come sfamarsi con facilità. Come è stato ripagato il suo gesto?... orrore e morte. Senza riserve il cane dà fiducia, senza riserve molti uomini tradiscono la sua fiducia.

***

‘Amo i cani da sempre, per la loro sincerità, per la loro dignità, per la loro evidente sanità di spirito, per il modo in cui affrontano la vita, con l’animo apertamente schietto e sincero… Negli Occhi del Cane’

 

torna indietro