L'espressione in un atto

Tratto dal Diario dei miei Saarloos

Canalizzazione di un istinto, di una qualità o di uno stato d'animo, nell'espressione di un atto
Fin dai primi passi compiuti nel mondo del Cane, mi è stato insegnato a conoscere questo Amico prezioso, nel suo lato piú vero. Dopo aver capito cosa fossero realmente le qualità e gli istinti che portano il Cane a muovere verso questa o l'altra direzione, ho potuto assaporare la modalità espressiva dettata dallo stato d'animo. Al tempo di quei primi giorni, si parlava spesso di canalizzazione di una "x" spinta, per evitare che detta spinta operasse in maniera sbagliata, oppure per sfruttarla laddove fosse più utile. Era piú che altro una forma di educazione. Quello che ho scoperto dopo qualche tempo, è stato invece il potenziale "n" che dava la possibilità all'individuo di sfogare ugualmente tale spinta, fors'anche in maniera decisamente più esplosiva, ma con una prospettiva di sviluppo. Predazione, lotta, conservazione, ricerca e, temperamento, aggressività, possesso, docilità e altro, potevano manifestarsi singolarmente o in coppia o in gruppo a seconda della motivazione generante. Mi è venuto così di racchiudere questo generatore emotivo in un'unica parola: pulsione.
Facendo una ricerca sulla effettiva validità del sostantivo, ho trovato ragione nella definizione che ne da' S. Freud: ‘’un processo che spinge l'individuo verso il raggiungimento di uno scopo’’ . Un processo che spinge ... Giusto! … e l'etimologia della parola ci aiuta a capire: pulsione deriva dal latino pulsio che a sua volta deriva da pellere ossia spingere -
Continuando a cercare, sempre per avere più chiarezza sul concetto, trovo gli studi di Jung, e secondo me, è lui a dare una direttiva esatta per il corretto intendimento: ‘’un'energia psichica non condizionata e non inibita da fattori morali’’, ossia qualcosa che nasce spontaneamente e non ha memoria di comportamento, qualcosa che spinge ad assumere comportamenti assolutamente spontanei senza il compromesso del lecito/etico.
Un’energia che nasce da dentro, ci invade e ci porta ad andare, ad agire … oserei dire una forma di ‘’appetibilità’’ . Un’appetibilità che trova soddisfazione nel momento in cui raggiunge l’ideale preposto. Riflettendo infatti su tutte le azioni che si susseguono nei miei adorabili Maestri, è facile dare ragione a questo pensiero, poiché dalla stimolazione viene attivata la risposta che induce l’individuo a compiere l’azione o concatenazione di azioni utili per terminare l’evento. La preda si muove, il predatore risponde; Mamma chiama, il Cucciolo arriva; il lottatore provoca, l’avversario risponde; ecc. ecc. …
Sono di nuova sommersa dalle domande: appetibilità - appagamento, istinti – qualità, energia – calma. Quando nasce il tutto e da cosa nasce?
Torniamo indietro nel tempo, entriamo nuovamente nella cassa parto e immergiamoci negli odori della nascita. Due individui che, cresciuti e idonei, formano la Coppia; da essa nasce la Prole. Due individui che si conoscono grazie ad un odore particolare che in un particolare periodo dell’anno viene sprigionato dal corpo di Lei; lo stesso profumo che sarà guida per il Cucciolo nato, e dalla nascita in poi farà parte di se, dei suoi ricordi e della sfera dei profumi importanti. Il profumo induce ‘’l’altro’’ a formulare ‘’appetibilità’’…
Non confondiamo questa descrizione unicamente come un atto erotico, ma guardiamolo dal punto di vista completo. All’inizio sarà pure una stimolazione sessuale ad indurre i due ad avvicinarsi, ma non dipenderà sempre da un istinto, l’attrazione; la pulsione è infatti, ricordiamolo, quel qualcosa che genera un’energia.

Porto degli esempi per maggior chiarezza: giocando con i miei Cani (alcuni di loro), muovo una codina; chi si attiva, risponde volendola catturare; se rincorrendola non riesce nella cattura, tengo la finta predina ad un’altezza tale che non possa arrivarci, oppure la nascondo appena (ti vedo, non ti vedo - ti sento, ma dove sei?); cercando di trovarla per raggiungerla, si allinea al mio fianco e mi segue con un passo ed un’espressione emozionale del tutto diversa da quando ho del cibo o niente o una pallina (a diversa stimolazione/domanda, abbiamo diversa intenzionalità/risposta). La sua intenzione è sempre più attiva, passo dopo passo, e il suo movimento esprime lo stato d’animo che sta vivendo.
La scorsa settimana, mi è capitato di vedere la stessa cosa con Real, quando ha cercato in tutti i modi di ‘’corrompermi’’ per farlo arrivare da Eowyn in pieno calore.
- Richiamato a me, è arrivato con la stessa carica che stava mettendo nel suo ballo attorno alla Saarloos. Rapidamente si è allineato al mio piede sinistro. Attento e trepidante. Dopo poco voleva tornare da Eowyn, ma per rispetto di ruoli è rimasto con me. Ho cominciato a camminare e a prenderlo a pacche sulle spalle, quasi in sfida, con quell’aggressività che non vuole mordere ma che si sprigiona in momenti che non sono solo di avversione. Lui era attento e rispondeva con un entusiasmo mai visto. Diverso da quello che mette sulla preda, con la quale mostra una grande interazione soprattutto quando la cattura e nella lotta mostra la tipica aggressività circostanziale (non per ferire ma per conquistare). Questa volta invece, era tutto un altro ardire, diversa la sua appetibilità, il suo scopo, la sua espressività.
Non confondete le mie parole con chissà cosa, e cercate invece di immaginare una grande energia che vi invade e trova sfogo in una luce che rimane aleggiante attorno a voi. Questa luce trova il suo alter-ego in quella sprigionata da un altro essere vivente, e con lei unisce senza intenzioni diverse dalla semplice comunicazione.

Ripensando a quei primi anni, alla canalizzazione di uno stadio d’animo, mi rendo conto di quanta energia può essere sprigionata dai nostri corpi, e di come sia facile che questa energia porti ad una sintonia che mai si direbbe possibile fra Esseri di Specie diverse, divise da ‘’anni luce’’ di evoluzione.
Concludo con una frase storica del nostro lessico: ‘’Gli Occhi sono lo Specchio dell’Anima’’

Pulsione - Matrici biologiche
Spesso confusa, erroneamente, con l'istinto, la pulsione va intesa come un processo dinamico, caratterizzato da una spinta che si presenta sotto forma di carica energetica; questa orienta l'organismo umano verso una meta che rappresenta l'azione di scarica o di soddisfazione della tensione. Ha la sua origine in uno stato di eccitazione interno all'organismo, denominato fonte, e ha l'obiettivo di sopprimere tale tensione cercando il suo soddisfacimento attraverso un oggetto, cosa oppure persona, che è da considerarsi il bersaglio di tale azione. La pulsione sarebbe la rappresentazione psichica di stimoli che sorgono all'interno del corpo, attraverso i sensi e i bisogni fisiologici, e che pervengono alla sfera psichica provocando una situazione di tensione che richiede un immediato soddisfacimento. In questo tentativo, tuttavia, secondo S. Freud, l'organismo trova ostacoli e contrapposizioni che, in termini psicologici, possono essere spiegati come controforze che impediscono lo scaricarsi delle tensioni. Mentre gli impulsi avrebbero un'origine biologica, interna all'organismo, le forze che li contrastano originerebbero da influenze esterne. Freud intese le pulsioni come una linea di confine tra lo psichico e il somatico, considerando quindi, nella loro elaborazione, sia la componente legata alla manifestazione fisica, in termini di energia che proviene dal corpo, sia la relazione con i fenomeni psicologici che ne risultano. È infatti importante precisare che i primi teorici della psicoanalisi ebbero un approccio ancorato ai principi e ai concetti propri delle scienze naturali, cercando così di spiegare la vita mentale come il risultato di processi fisiologici. Quando Freud parla di pulsione, non vuole tanto riferirsi alla risposta motoria (che è invece fondamentale e implicita nel concetto di istinto), ma allo stato di eccitazione a livello mentale che si instaura in seguito a una stimolazione. La risposta motoria che è conseguente allo stato di tensione non è immediata e immodificabile, ma deve venire a patti con una componente della mente umana, l'Io, la quale consente di modificare l'impulso a seconda delle esigenze della realtà esterna e dell'importanza che rappresenta per l'individuo (Brenner 1957). Freud arrivò a parlare di pulsioni quando capì, attraverso la sua esperienza clinica, che la maggior parte della vita psichica dell'uomo non avviene a livello di coscienza, bensì a livello di interrelazione tra gli aspetti di consapevolezza e ciò che caratterizza il mondo inconscio, sede appunto dall'azione pulsionale.

Tratto da: www.Treccani.it/enciclopedia/pulsione

 

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