Fine anni '80 - ‘’…
Fino a qualche tempo fa, i testi di psicologia canina
venivano letti e studiati nella loro totalità,
per conoscere e approfondire meglio i segreti del pianeta
cane sfruttando le esperienze degli studiosi. Non ci si
limitava “all’apprendimento per prove ed errori”,
si andava avanti fino all’interpretazione del linguaggio
del corpo - naturale e universale - per arrivare attraverso
questo, a capire quello della mente.
Il cane agisce seguendo una logica istintiva e
naturale.
L’istinto gli permette di operare in modo spontaneo,
essendo un impulso innato e non mutabile, un’inclinazione,
una disposizione dell’animo a procedere senza artificio.
Non avremo mai da lui un’azione mossa a dispetto,
ossia, volta verso l’altrui offesa. La sua naturalezza,
infatti, lo spinge a comportarsi con schiettezza e purezza.
Per arrivare a capire cosa si intendesse dire attraverso
queste frasi, mi è stato utile scomporre le impronte
di “fido”, per considerarle separatamente
e nelle relazioni che hanno fra loro e col tutto. …’’
‘’Ho finalmente imparato le regole grammaticali
del loro linguaggio.
E soprattutto in questi anni, guardando negli occhi del
cane, ha preso vita in me il significato dei valori sociali
e l’intensità dei sentimenti.
Valori e sentimenti che possono essere appresi solo dalle
menti equilibrate, consapevoli dell’importanza dell’unione
per il bene comune, coscienti della serietà dell’amore
e della fedeltà verso il branco, ligie alle regole
e al dovere; menti non intimidite dal timore di esprimere
le proprie emozioni, di riconoscere la gioia nella semplicità
di un gesto amichevole, la tristezza della solitudine,
lo sgomento della perdita di un capo e di un componente
della famiglia.
‘’…ho avuto la fortuna di essere cresciuta
- in senso cinofilo - iniziando dal gradino più
basso e via via procedendo in maniera graduale verso la
conoscenza che ancora oggi non sento di aver completato;
non ho mai cercato di sfruttare il cane e l’esecuzione
di un esercizio o di una sequenza di gara per arrivare
sul gradino più alto del podio – se una competizione
c’è stata, è stata con me stessa per
raggiungere l’intesa desiderata - e più importante
di tutto, in ogni tempo è stato vivo in me un amore
viscerale verso il cane e la sua semplicità…
A conferma delle mie sensazioni, chi ha indirizzato la
mia crescita, mi ha spiegato come rendere possibile la
partecipazione attiva all’apprendimento e allo svolgimento
di un’azione, come respirare con il cane, come comunicare
con lui attraverso uno stato emotivo, esplicitamente espresso
in uno sguardo, in una parola, in un atto… e fu
facile lasciare in un cassetto i concetti dei fondamentali
per tuffarsi nella filosofia cinofila.
Come descrivere tutto ciò?… Come trasmettere
emozioni di anni di lavoro?… Come spiegare il trasporto
di un ululato?…
Ogni volta che il cane è al nostro fianco,
la sensazione che deve animarci è quella di “unione”;
non deve essere un accompagnamento, ma un’azione
dettata da una fusione; dobbiamo vivere reciprocamente
l’atto in simbiosi.
Camminare con “Fido” (non è per
caso che si vuole indicare abitualmente con questo nome
il cane, ma perché nel suo significato –
fedele / colui sul quale si può sicuramente sempre
contare – viene riconosciuta l’essenza dell’essere
al quale ci riferiamo) non è solo il trascorrere
del tempo accanto a qualcuno che ti trascina fuori dal
marasma dell’umanità, è tornare alle
origini, è esprimersi a gesti, è esternare
ciò che di più intimo e naturale è
dentro di te, è agire con spontaneità, è
rispondere con sincerità, è guardare attraverso
uno specchio d’acqua, è farsi leggere nell’anima.
Il risultato è entusiasmante.’’ –
dal nostro libro ‘’Negli
Occhi del Cane’’
Noi abbiamo avuto la fortuna di entrare nel Mondo
Cinofilo in un periodo dove, il Cane, non era sinonimo
di COMMERCIO, e dove chi insegnava non aveva paura dei
comportamenti di alcuni Soggetti particolari.
Chi lavorava aveva a che fare con il Puccino di Mamma
e con l’Orso della Cornovaglia, con il Ribelle e
con l’Insicuro; non c’erano metodi scientificamente
provati e ‘’perciò’’ adatti
per trattare tutti i Cani allo stesso modo. Il che voleva
dire che ti tenevi il morso che arrivava senza preavviso
e quello che aveva tutta la presentazione da cinematografo,
e senza paura lo educavi. E voleva dire anche che ti mettevi
a giocare con il Piccoletto che non cresceva mai e con
il Piccoletto che aveva tanta paura di crescere.
Quello era il periodo dove le Scuole si chiamavano ‘’Centri
di Addestramento’’ e l’unico Sport che
si praticava era l’Utilità e Difesa.
L’unico Sport che insegna a capire il Cane
sotto tutti gli aspetti, perché è l’unico
provvisto di una scala musicale completa di tutte le note.
… Poi sta al musicista creare accordi e melodie.
… Ma senza quelle basi, i cinofili non sono
altro che i SanRemesi del 2021.
Vi lascio un brevissimo video con un ‘’esercizio’’
molto importante per la vita sociale quotidiana, che spero
vi possa far riflettere sulla differenza fra rapporto
e condizionamento, ossia LA SCUOLA e la ‘’modernità’’,
e vi chiarisca l’importanza di affidarsi
(in caso di necessità o per approfondire il discorso)
a chi sa di cosa si parla quando si pronuncia la parola
‘’CANE’’.