Premessa
Non esiste nessun attestato che riconosca l’idoneità
di questo titolo.
Esiste la dicitura presso gli uffici comunali
come professione riconosciuta, ma non c’è
mai stata una commissione dell’E.N.C.I.
(Ente Nazionale Cinofilia Italiana), unico organo
legalmente riconosciuto che abbia sottoposto ad
esame i molteplici e ipotetici candidati. Esistono:
- il figurante di discipline sportive
- il giudice
- l’allevatore
tutte persone che hanno dovuto sottoporsi a test
e prove pratiche; l’istruttore no.
Leggendo
qua e là su riviste dedicate alla cinofilia,
ascoltando i “giovani” conduttori
del settore, impicciandomi sui vari siti internet,
una domanda è ricorrente: “quali
e quanti corsi bisogna frequentare per diventare
istruttore cinofilo?”
Purtroppo in molti rispondono positivamente al
quesito, inventando vere e proprie scuole con
tanto di diplomi e attestati.
La curiosità mi porta a chiedere chi sarà
mai il docente esaminatore,visto che (ribadisco
il concetto) nessuno è ufficialmente in
possesso di egual nomina?
Approfondendo meglio la questione, mi accorgo
che tali personaggi non sono altro che truffaldini
mangiasoldi. Persone che non solo non sanno da
che parte si guarda un cane, ma solo per il fatto
che hanno conseguito qualche titolo onorifico
in gare ufficiali e non, con amici di pelo non
lavorati da loro stessi ma da altri, si riempiono
bocca e tasche di sproloqui e monete sonanti.
Quando iniziammo noi, i “vecchi” del
settore ci fecero conoscere i cani assistendoli
nelle pensioni, spiegandoci le regole del branco
e norme di pronto intervento veterinario. Solo
dopo anni di esperienza, di osservazione e di
studio su testi di psicologia canina, ci venne
messo in mano il guinzaglio per lavorare in un
ring.
Nei centri di addestramento si lavorava con cani
delle razze più varie per avere la possibilità
di possedere un bagaglio tecnico il più
completo possibile.
La scena che ricordiamo con maggior eccitazione
è la descrizione caratteriale di un soggetto
con relativo proprietario, senza che quest’ultimo
avesse detto nulla in proposito. Solo dall’osservazione
del comportamento del cane si deduceva come questo
amico di pelo fosse nella vita quotidiana, quali
fossero le sue azioni e come avesse addestrato
il proprietario a sottomettersi ai suoi voleri.
Oppure come fosse frustrante la giornata accanto
ad un amico bipede che non traendo realizzazione
dalla propria vita, cercava di trovarla in quella
del cane.
La cosa che più di ogni altra ci fa star
male e che tutti questi “nuovi” addetti
ai lavori, non conoscendo la materia della quale
vogliono occuparsi, allontanano dal pianeta cane
le tante o poche brave persone che non si identificano
nel cane o lo identificano nel figlio o nel compagno
umano, snaturalizzandolo, ma realmente vogliono
saperne di più sui fatti della natura.
Un consiglio: “non fermatevi nel primo centro
che incontrate; informatevi sulle persone alle
quali volete affidarvi, su quale è stata
la loro preparazione e da quanto tempo hanno questa
passione; se possiedono le leggi del branco e
le tecniche di base; se applicano lo stesso metodo
di insegnamento ad ognuno o se lavorano con il
soggetto singolarmente; se argomentano sulle varie
discipline sportive; se la tal scuola è
frequentata da cani di più razze; se le
lezioni si basano unicamente sull’insegnamento
dell’esercizio o viene spiegato il perché
dell’applicazione di un certo metodo in
relazione a quel soggetto. In poche parole informatevi
sull’esistenza del pianeta cane. Non fatevi
abbagliare dai lustrini e dalla popolarità.