Empatia

Empatia la capacità di immedesimarsi negli altrui pensieri e stati emozionali e affettivi.

L'uomo è in grado di capire lo stato d'animo delle persone perché conosce, per esperienza vissuta, le sensazioni che si provano in determinate situazioni. Ma se anche non le conoscesse, non le avesse vissute, attraverso la spiegazione verbale dell’altro, condita da nuove, ulteriori espletazioni emozionali, riuscirebbe a comprendere ciò che sta accadendo all’interno del suo simile. Chi non ha mai vissuto la pena di un pianto di tristezza o la gioia di un pianto d’allegria, positivo e negativo in una fase di estremizzazione che nulla sarebbero l’uno senza l’altro?!
Molta differenza esiste nel proprio quadro emozionale, quando le vicissitudini colpiscono una persona conosciuta piuttosto che un estraneo. Con le persone care è più facile rimanere coinvolti, che non con gli sconosciuti. Non per un fattore di estremismo familiare, ma per un estremismo atavico che vuole il proprio Branco sempre sano e forte, mai sofferente. La Famiglia che soffre implica una sofferenza collettiva che porta ad un voler mettere la parola fine alla situazione sia per altruismo (dispiacere che una persona cara non stia bene), sia per egoismo (dispiacere di patire una brutta sensazione/esperienza in prima persona).
Un essere umano, non diverso dal punto di vista delle emozioni allo stato elementare da un altro Animale quotatamente capace, è in grado di vivere allo stesso modo le pene dell’esserino che gli è accanto, anche se, purtroppo, di tanto in tanto sbaglia la valutazione della sofferenza o gaiezza di colui che ‘’abbaia o miagola’’ al suo fianco, proprio a causa della diversità intensiva dell’evoluzione dell’emozione.
Al contrario di noi sapiens un Animale d’affezione, non conoscendo l’evoluto del pensiero sentimentale, nel momento in cui è triste o è felice, esprime solo ed unicamente sofferenza o felicità e null’altro; nulla che abbia a che fare con la sfera umana della trepidazione passionale: se è triste, è triste e basta, se è felice, è felice e basta; così come, pur non capendo il perché della nostra tristezza (non capendo la causa e lo sviluppo della nostra tristezza) se ci vede tristi è triste e basta e se ci vede felici è felice e basta.

L’uomo se non capisce per ‘’vissuto’’, capisce per ‘’immaginazione’’
Un uomo se è coinvolto per affetto, soffre in maniera più forte che se non fosse per estraneità di conoscenza con la persona o l’essere sofferente.
L’uomo attribuisce il proprio grado di sofferenza o di felicità con tutto quel che ne consegue in gravità emozionale o sovreccitazione, anche ad un Animale.
Un uomo è in grado di vivere la forte destabilizzazione degli eventi emotivi.

Un Cane, se non capisce il vissuto, non capisce l’emozione a cui sta assistendo.
Un Cane, se non è coinvolto per affezione, non soffre per la negatività dell’estraneo, può tutt’al più patire la negatività in caso di sofferenza e viverla in maniera negativa (spaventarsi riconoscendo uno squilibrio emozionale) così come può spaventarsi di una grande risata se non conosce le risate (tipico atteggiamento sapiens e non canino).
Un Cane vive la destabilizzazione delle emozioni in modo intenso ma superficiale, non cade nello sconforto e non fa pazzie in preda alla felicità.

L’Empatia ci pone dinnanzi ad una modalità comprensiva che va ben oltre la capacità di capirsi con le parole e il dialogo; non dobbiamo mai però, affidarci e credere unicamente a questa nostra virtù condivisa con un familiare, un amico o con il nostro Animaletto, per decodificare un messaggio emozionale, perché già non è facile capirsi fra soggetti appartenenti a specie uguali, figuriamoci fra specie diverse, con le quali direi, è più che possibile travisare una modulazione della voce piuttosto che indovinarne il giusto significato.
Un Animale, il nostro Cane, è in grado di percepire uno stato emotivo di quiete (equilibrio), uno stato emotivo positivo e uno negativo (squilibrio emotivo rispetto alla quiete).
Quando ci vede tristi o felici, Lui assume un determinato atteggiamento corrispondente alla manifestazione del nostro stato d'animo.

Ma non è in grado di capirne il significato.

Il Cane non conoscendo l'evoluzione degli stati d'animo, non avendo la capacità di astrarre con il pensiero, non può sapere cosa effettivamente noi proviamo in un particolare momento, in ‘’quel’’ particolare momento … non l'ha mai vissuto, né lo potrà mai vivere … frustrazione, depressione, malinconia, rimpianto, entusiasmo ... sono percezioni generate dalla capacità di immaginare (richiamare alla mente ricordi del passato per potervi tornare se non a livello fisico almeno a quello mentale, e fantasticare su episodi di possibilità future)... e solo percezioni rimangono!

Il Cane è un abitudinario, con il tempo le abitudini possono cambiare e per la sua grande e meravigliosa capacità di adattamento, è benissimo in grado di adattarsi alle situazioni e/o di riadattarsi ad una nuova vita, godendo della novità e delle persone che lo circondano.

Dal libro: ''Diario: Similitudini fra Cani e Lupi - Illuminanti Riflessioni'' di Barbara Tullio e Paolo Caldora

 

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