La vera coercizione è educarli senza rispettare la loro natura

Inibizione!
In molti credono che sia la solita brutta parola che racchiude il solito brutto concetto di costrizione cattiveria sottomissione, ecc., e questo perché come sempre l’uomo ragiona in veste di uomo. Se per noi che siamo consci della negatività elaborata, ciò rappresenta la realtà, non è detto che debba esserlo per gli altri Esseri Viventi che con noi hanno la ‘’sfortuna’’ di coabitare il Pianeta Terra!
Parlando di Cani: iniziano a conoscere l’inibizione nella tana, nella comunicazione fra Fratellini ‘’un cucciolo arriva alla zampina del vicino, o al nasino o alla codina; il cucciolo è in fase di crescita e di scoperte; usa la bocca per assaggiare la vita; ogni giorno è buono per conoscere (alla maniera di un piccolo di età quasi inconsistente); nell’assaggiare, giorno dopo giorno, opta per delle scelte sulla pressione da esercitare per capire cosa è quella cosa assaggiata; dal resoconto di ciò a cui arriva, passa (se nessuno gli ha detto di non farlo o di non continuare) ad un assaggio maggiore, ossia ad una pressione maggiore sulla tal cosa.
Questo atteggiamento porterà il proprietario della zampina, nasino, codina, ecc. a reagire; nel reagire emetterà un vocalizzo.
What’s? – penserà l’assaggiatore, e non riconoscendo il significato del nuovo suono, continuerà come se niente fosse!
L’assaggiato, nel momento in cui reagirà, usando egli stesso la bocca, poiché mezzo più idoneo al momento per rispondere, dirà, senza tanti riguardi, al Fratellino che il suo atto ha provocato una reazione, e che sia l’atto che la reazione non sono piacevoli.
Il non voler ripetere un’esperienza spiacevole porterà i due a non ripetere l’azione che l’ha causata. Difatti l’azione avrà acculturato la loro conoscenza di un influsso tattile e di uno uditivo, che conserveranno saggiamente nel magazzino delle esperienze.’’

E questo non è che l’inizio, poiché nell’arco della vita si presenteranno innumerevoli altre occasioni per dover chiedere: ‘’lo faccio oppure lo posso fare?’’ e se nessuno risponde – indifferenza – o risponde in maniera diametralmente opposta a quella dovuta, cioè con un premio in cibo o una vocina che non molto si discosta da un miagolio supplichevole, e non come ha fatto il Fratellino al tempo della cassa parto, ecco che l’educazione del cucciolo e di conseguenza la sua evoluzione psicologica comincia ad entrare in un vicolo che non porta alla strada maestra bensì al pozzo senza fondo!

Il Cane mi morde, devo dirgli che è un atteggiamento sbagliato. Un’imposizione della mano può bastare se il Cane è piccino, ma una discussione può essere necessaria se il morso del Cane è qualcosa di più di una semplice domanda; stessa cosa se sale sul tavolo, o ruba un cibo o porcheria che non deve; oppure se è troppo materiale nel gioco o nelle feste … tutto deve essere compiuto in relazione alla domanda del Cane.

Per cui, per fare un esempio molto più pratico e di facile comprensione: se il nostro Cane, quando sta al guinzaglio, ci tira a destra e sinistra, dobbiamo immedesimarci in quel cucciolo che ‘’piccino di pochi giorni’’, ha conosciuto l’inibizione attraverso un minimo chiarimento con il Fratello.
Quando un Cane ci strattona via, come ci rimaniamo? … Malissimo!!!
Perché dobbiamo farci strattonare?
Perché se lui tira dobbiamo fermarci e aspettare che la di lui corsa verso chi sa cosa si esaurisca per trazione passiva del guinzaglio giunto a fine corsa, e, oltretutto, quando ciò accade premiarlo con un dolcetto piuttosto che rispondere allo stesso modo – che ricordo essere il modo con cui il Fratello lo ha educato?

Mi risponderete: Perché il Fratello è un Cane, e noi siamo di più? Perché noi conosciamo un diverso modo di affrontare le cose e non siamo avvezzi alla ‘’violenza’’?

Ecco, diciamo bene ‘’NOI’’, e riflettiamo altrettanto bene sulla questione, perché la valutazione non deve essere fatta su un nostro criterio evolutivo che con il ragionamento e le tante parole, riusciamo in qualche modo a convincere il prossimo cioè un altro sapiens, sull’erroneo comportamento assunto, ma con quello del Cane; lui non ragiona come noi, è diverso, non sa scrivere, mangia con la bocca - neanche con le mani!!!
Per cui ‘’lui mi strattona, io lo strattono; lui mi tira, io lo tiro, ecc. ecc. ‘’

Questa affermazione è vista come un atto di dominanza o comunque come un atto brutale, solo se si ragiona come un uomo, che ben conosce il bene e il male, e che sa bene che il bene e il male sono azioni, pensieri, cognizioni solo di chi ha la possibilità di immaginare il risvolto della situazione che si potrebbe creare in base ad un certo proponimento.
Ma il Cane no!!! non lo sa!!!... per cui, un ‘’botta e risposta’’ semplice e diretto è la sola azione che possiamo intraprendere per rispondere al nostro Compagno.

Se non si capisce questo concetto, vuol dire che la mente occupante il corpo che la contiene, ha dei problemi di personalità dovuti a debolezza caratteriale genetica o esperienziale, il che porta a dire ‘’tu, un altro essere vivente non lo puoi avere in custodia, perché non sei in equilibrio con te stesso e tanto meno con la Natura!’’

L’inibizione non vuol dire ‘’usiamo il bastone’’ NO NO e poi NO, vuol dire ‘’lasciamo nei libri la storia, lasciamo a casa i problemi sociali/familiari, lasciamo a scuola o in ufficio i rapporti di sudditanza e dominanza, e guardando gli Animali, impariamo a vedere l’importanza del positivo e del negativo, senza cercare in quest’ultimo il demone assassino, bensì una cosa senza la quale la positività non ha alcun valore.’’
Se non conosci il piccante, non puoi dire che il cibo dolce è dolce.
Se non sai che andando con i pattini su una strada sterrata ti puoi far male cadendo, non puoi capire che non ci devi andare, e se non assapori la strada asfaltata, liscia e senza un sassolino, non puoi valutare quale delle due è la più idonea per non farsi male nel momento in cui cadi.
Se non battibecchi con il tuo Fratellino, non puoi sapere che cosa sia la conseguenza di un litigio e da grande andrai a rompere le scatole a tutti rischiando di lasciarci le penne.

Tutto a modo e tutto a tempo debito, ma pur sempre vissuto!

Noi Bimbetti in prima elementare: le astine dovevano essere fatte dritte, altrimenti non c’era il buono sul foglio, e le lettere dovevano essere scritte bene, sennò te lo sognavi il giudizio positivo a fine pagina.

L’educazione impartita da MammaCane e la vita con i Fratellini è fondamentale per l’inizio della crescita sociale, proprio perché è provvista di no e di si che altrimenti non ci sarebbero perché noi sapiens siamo corrotti dalle esperienze del passato del nostro genere che lacera la psiche di chi ci precede e di chi ci seguirà.
Gli Animali non hanno il nostro passato, non hanno i nostri pensieri, sono Animali di altra specie e di altro trascorso, e infatti nel Selvatico chi ci conosce ci evita!

Nel corso degli anni ho visto nel settore sportivo (ma anche in quello domestico), Cani che villeggiavano placidamente o passivamente con i loro familiari umani, né gli uni né gli altri si chiedevano cose, ma appena si trovavano (i Cani) in una situazione particolare, ecco che le personalità mutavano radicalmente.

È facile vedere nello sport, Cani che stanno nei trasportini prima di entrare nei ring, perché fuori dalle tanette sono un po’ irrequieti, e dei loro compagni bipedi, se sotto stimolo, non sanno proprio che farsene.
Li vedi poi in campo fra gli ostacoli dell’agility o nelle altre discipline, tutti pimpanti al limite dello squilibrio agitativo. Più volte mi sono chiesta perché … e solo dopo aver analizzato l’inibizione mi sono risposta.
L’inibizione fa parte dell’educazione e del concetto di ‘’tenere a qualcuno’’: se io lascio fare l’esserino di cui sono custode, non vuol dire che gli faccio del bene o che lasciandolo esprimere in toto lo faccio crescere nelle potenzialità caratteriali, no, vuol dire che di lui non mi interessa più di tanto, che ci vivo pure bene insieme, basta che non mi pesti i calli e che, più triste assai, in campo sportivo mi faccia apparire come un mago!
Dedicandogli determinate attenzioni solo nei ring, cosa accade?
Accade che solo lì io lo educo, anzi, gli esercizi lo educano e negli esercizi egli trova la sicurezza, per cui è normale che quando vedrà un ring sarà oltremodo contento di entrarci, quasi ne fosse drogato … e in effetti è di dipendenza che si parla, dipendenza da una situazione che unisce lui a qualcos’altro.
Molti sono felicissimi e aspirano ad avere Cani così, Cani che nel quotidiano sono tranquillini o che, anche se agitatelli trovano pace nel trasportino (la tana) e poi in campo esplodono di ‘’felicità’’ .

Beati voi che vedete solo con i vostri occhi umani, per me è molto diverso, perché in quelle esplosioni vedo la tristezza di doversi attaccare a degli ostacoli o degli esercizi per avere un ruolo nel mondo e un Compagno che gli dia la direttiva di vita che nel quotidiano non ha.

Stesso discorso vale per i Cani che non fanno sport ma che quando vanno al parco, vivono come se non ci fosse domani.

Non il parco, non sono gli amici, non gli ostacoli e nemmeno gli esercizi, che devono dare le direttive che devono essere i punti fermi, ma noi!

 

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