La condotta al piede - Camminare insieme

 

La cinofilia ha preso una piega a dir poco monotona e squallida. Se qualcuno tempo fa teneva ancora all’idea di voler capire il Cane e di voler lavorare con lui (con il Cane) seguendo i suoi lati del carattere (carattere del Cane) che più spiccavano, adesso la volontà di entrare nella sua testa e perché no, nel suo cuore (sempre in riferimento a testa e cuore del Cane), è andata a farsi benedire! … o meglio: a farsi benedire è andata la parte logico-emozionale e al suo posto è subentrata quella PATOlogica (come vedremo più avanti).

Una volta, molto prima che io mi affacciassi alla cinofilia, l’educazione del Cane e dei Fanciulli, era un po’…come dire… austera! …ecco si forse austera è buon aggettivo per racchiudere una forma sociale/scolastica fondata sul rispetto/timore. Cani e Bambini, viaggiavano soprattutto sul dovere piuttosto che sul piacere, e sebbene con il passar degli anni le cose si ammorbidirono moltissimo, evidentemente non lo fecero in maniera sufficiente. Da lì a poco, il pensiero dell’umanità subì un tracollo verso l’anarchia.
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Come sempre negli eccessi non c’è mai niente di buono; il male del ‘’prima’’ (repressione) e la libertà incondizionata del ‘’dopo’’ (menefreghismo), sono due forme sociali che secernono entrambe una miscela esplosiva promotrice di comportamenti estremi e perciò squilibrati.
Mancanza di espressività e incapacità espressiva, dovute dall’impossibilità di potersi esprimere (a causa del regime prima, e dell’insicurezza e non conoscenza del giusto comportamento dopo), vanno a braccetto verso la via della confusione e dell’instabilità!

Perché ‘’mancanza di espressività’’ lo capiscono tutti, ma perché ‘’incapacità espressiva’’ no.
Ciò dipende dal fatto che più o meno tutte le persone che hanno partorito il permissivismo del ‘’io sono mio’’, sono schiave di credenze popolari che non disdegnano la democrazia a patto che nessuno però dica loro cosa fare. Vogliono la libertà di comportamento anche se un comportamento ‘’azzardato’’ porterà a fortissimi disagi ed inutili insicurezze a loro stessi e agli altri. Volere la libertà a prescindere da tutto, vuol dire che non si accettano gli insegnamenti; non accentando gli insegnamenti non si entra in possesso della conoscenza; senza conoscenza non si può capire quali possono essere le proprie potenzialità espressive e non si possono conoscere le modalità in cui tali capacità possono essere espresse!
In questo modo, invece di vivere liberi si vie nella castrazione dell’ignoranza che, oltretutto, conduce verso una forma di trasgressione comportamentale nella vita sociale, che va a ledere le altrui vite.

La mancanza di rispetto regna in persone che credono che la libertà sia ‘’faccio come mi pare dove e quando mi pare’’. Tale citazione esprime un concetto di una Gravità Patologica; essa è la sana dimostrazione di una completa deficienza (limitatezza) di pensiero di coloro che la pronuncia e/o di coloro che la pensano senza avere il coraggio di pronunciarla.
‘’Questi alieni’’ non riescono a guardare oltre i loro falsi idealismi nonché oltre lo spettro dell’educazione personale e sociale, e perciò non riescono a capire che anche loro per essere liberi come desiderano, possono solo fantasticare di esserlo attraverso astrazioni mentali che, comunque vogliano rivoltarle, sempre astrazioni prive di materia rimarranno. È pazzesco come non riescano a capire che anche loro, come tutti gli uomini, devono sottostare ad alcune regole e il solo non riflettere su questa realtà ne fa dei ‘’falliti’’.
Prime fra tutte le regole, quella della sopravvivenza!...

. - Mangiare, evacuare impurità, lavarsi, coprirsi, dormire per rigenerare le energie, sono azioni che devono essere eseguite; e legate a queste ce ne sono una ‘’carriola’’ che li obbliga a sottostarvi altrimenti la loro vita non sarà molto lunga.

Entrando nel vivo dell’esistenza nella civiltà, senza pensare alle sole necessità primarie, basta riflettere su stupidaggini come: la casa è fatta di muri che limitano un’area – limitare è privare la libertà; le regole della strada pure, la fila alla posta … oppure: dover aspettare il giorno per comprare un oggetto ‘’x’’ in un negozio, dover pedalare per far muovere la bicicletta o dover mettere benzina o gasolio o gas nell’auto per poterla utilizzare e fare un esame per guidarla; imparare un lessico per comunicare; pagare un biglietto per poter usufruire di un mezzo o per poter entrare in un locale privato… e via così in innumerevoli citazioni che dimostrano che le regole sono ovunque e vanno rispettate.
Uscendo poi da una comunità di uomini la situazione non cambia, perché anche entrando in un contesto naturale, bisogna rispettare le fortissime regole della vita selvatica, molto più ricca di pericoli, ben più gravi di quelli urbani.
La libertà è utopia, niente altro! E la libertà utopica porta ad una serie di riflessioni che nascono da uno squilibrio condizionante.
Credere che rifiutarsi di eseguire un atto o di assumere un determinato atteggiamento, porti un danno esclusivamente a chi chiede è una sciocca convinzione perché nel rifiutare, si rinuncia sempre ad un agio personale. Per cui il danno si ritorce anche su colui che rifiuta.
Capisco che senza una adeguata motivazione sia difficile chinare il capo, ma spesso accade che senza chinare il capo non si riesca ad arrivare alla meta prefissata.

Nessuno fa o dà niente per niente, e anche le più sincere forme di altruismo sono la copertura di soddisfazioni personali.


Polemica a parte, torniamo alla cinofilia e ai nostri Animaletti che, spinti da una forma estrema di socialità, ancora, pazientemente ci accompagnano nella routine del quotidiano.
E a proposito di accompagnamento:

- da sempre sono innamorata delle condotte!

Camminare uno a fianco all’altro e da quel procedere comunicare attraverso una trasmissione fatta di soli impercettibili movimenti e sussurri, di leggerissimi sospiri e profondi respiri … e cosa ancor più bella e magica, non permettere a nessuno di entrare in quel cerchio creatosi fra te e il tuo Cane.
Mano a mano che scopri la possibile sintonia, guardando le varie coppie impari piccoli segreti che solo ‘’le virgole’’ possono rivelarti … impari come capire che tipo di legame c’è fra il binomio, che tipo di lavoro li tiene ‘’in condotta’’, nonché ad intuire di che pasta sono fatti entrambi.
Trovo tutto questo di un interessante a livello personale/espressivo e di un accrescitivo a livello culturale che è a dir poco sorprendente, e forse è proprio questo il motivo per cui nutro un grande interesse verso il movimento in coppia.

Tornando ai buoni e ai cattivi, per colpa dei cattivi hanno proliferato i buoni.
- C’è del sarcasmo in questa affermazione?! -
- Si e no! -

Si perché non è vero che i buoni sono veramente buoni, ma sono solo dei frustrati che non riescono a liberarsi degli scheletri che hanno nell’armadio e non riescono perciò a vedere che i popoli e anche il loro Cane, hanno /ha, bisogno di aiuto, bisogno di una guida, bisogno di qualcuno che dica loro/lui cosa fare.
Dire cosa fare non vuol dire ‘’castrare’’, ma solamente informare l’allievo di un comportamento che non leda se stesso e il prossimo. Questo vuol dire sottostare alla prima regola della socialità: ‘’la tua libertà inizia dove finisce la mia e la mia inizia dove finisce la tua’’ . Ossia, cerchi che non devono urtarsi né sbarrarsi la strada. Il mondo è grande e c’è un micron di posto per tutti (se il vicino non brama il cerchio altrui!)

I cattivi e i buoni sfruttano delle motivazioni vitali del Cane per farsi obbedire. Nell’usare il cibo (ad esempio), entrambi lavorano sull’istinto di sopravvivenza poiché il Cane mangia quando lavora. Questo non vuole insinuare niente ma solo far sorgere una domanda: ‘’se non lavora, il Cane mangia?’’ – bisognerebbe chiederlo agli addetti ai lavori e quando ci rispondono, chiedergli pure se lavora tutti i giorni.

Personalmente non sono in disaccordo sull’aggiungere una conferma con un cibetto, ma a farne la motivazione si, sono contraria.
Nella condotta al piede, prima di inserire un qualcosa di più che dia maggior gratifica, il Cane deve provare piacere a star noi accanto, deve condividere un’emozione che, ugualmente alla nostra, spinge a non staccar gli occhi di dosso dall’Essere con cui ha quel legame tanto particolare.
La figura della Mamma è sempre quella che porto in esempio: il Cucciolo ancora cieco, come la Mamma torna alla tana, alza il musino e la cerca, la avverte inebriato dal suo odore e come le è vicino non desidera altro che di rimanere lì. La Mamma lo bacia, lo nutre, lo protegge. Quando sarà in grado di muoversi liberamente, il Cucciolo la seguirà ovunque standole accanto o subito dietro.
Noi sapiens, non dobbiamo insegnare niente al nostro Cane, lui ce l’ha dentro.
È logico che la condotta naturale è ‘’ben diversa’’ da quella ‘’artificiale’’ che vuole il tecnico di grido o l’ultimo arrivato, perché essi (tecnico e ultimo arrivato) sposano un sistema per creare un Animale da circo che marci al fianco del conduttore in maniera appariscente.
Ditemi voi cosa c’è di naturale in una camminata con il collo quasi totalmente riverso, e gli occhi ipnotizzati da un wurstel (nella mano del conduttore prima e nella sua bocca dopo) o da una pallina (nella mano del conduttore prima e sotto la sua ascella dopo).
Esistono filmati che dimostrano la meccanizzazione di un siffatto esercizio e il disagio del Cane allorquando (in circostanze diverse dal nulla esterno), deve tornare al piede del suo ‘’padrone’’.
Perché viene insegnata una simile condotta?
Perché nella cinofilia sia è persa tutta la poesia del lavorare insieme e del mettere in luce le peculiarità dell’Animale. Alle gare, partecipano esclusivamente persone che vogliono vincere o che vogliono dimostrare qualcosa al mondo, nessuno di loro le fa per fare qualcosa con il proprio Cane ma per arrivare da qualche parte che lo ponga ad un livello superiore rispetto a quello della sua inutile vita (se così non fosse, non ricercherebbe la perfezione nell’esecuzione dell’esercizio a discapito dell’equilibrio psicologico del Cane).

La condotta al piede nell’intimità della casa ha una espressività giocosa e infantile, appena diversa nel giardino comune, e seria fuori.
Perché queste diversità?
Perché la tana è tranquilla ed è la zona dove il Cucciolo è nato e il Cane adulto sarà sempre il Cucciolo dell’epoca; il giardino è il luogo dove ha appreso (il Cucciolo) attraverso le attività ludiche (non gioco ma attività ludiche, molto diverse per la disposizione d’animo a cui ci si appresta a farle) i compiti che un domani gli spetteranno (spetteranno al Cucciolo divenuto adulto); e fuori è il luogo dove si lavora, dove si fanno le cose serie, per cui il Cane che non mostra differenza espressiva nei vari luoghi (infantile, gioiosa scolastica, seria) vuol dire che non sa lavorare, non ha conosciuto la crescita educativa, ma solo ed esclusivamente una forma di ammaestramento da ‘’spettacolo’’.
Per me questo è molto deprimente, soprattutto per la mancanza di rispetto che sia ha per il povero Animale e per tutto quello che attorno a questa tipologia d’espressione gira… quattrini e Anime che se non rispondono a quanto richiesto fanno la fine del TOPO!!!

 

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