Riflessioni sulla favola di Cappuccetto Rosso

Tratto dal libro "A TE...'' - Educazione Naturale di Barbara Tullio e Paolo Caldora (pagine 176 e 177)

Cappuccetto Rosso - La storia di una Bimba che attraversa il bosco, per andare a trovare la Nonnina malata.

Cosa rappresenta realmente il Bosco? … Chi è il famigerato Lupo Cattivo? …
Cappuccetto Rosso e il Lupo Cattivo … da sempre vediamo la Favola immaginando l’incontro in maniera a dir poco terrificante … Nel piccolo video che seguirà, Cappuccetto Rosso è l’eroina che ci illustra esattamente cos’è il Bosco e chi è il Lupo.
Ella è una Bimba la cui Mamma, prima di farla uscire di casa, ha raccomandato di non dare confidenza agli estranei, e ha messo in allerta sulla presenza, nel Bosco che avrebbe dovuto attraversare per giungere dalla Nonnina, di un Lupo Cattivo.
Ma il Bosco è veramente un Bosco? … e chi c’è veramente in questo Bosco? … chi è veramente il Lupo Cattivo?
… il Lupo che appare nella Favola, è un Uomo!
A conferma di ciò, tutte le versioni della storia, narrano di un Essere pensante, spesso vestito di tutto punto (nella versione che riportiamo è addirittura mascherato da anziano), pronto per raggirare la Bimba.
Specifico che parlo solo di ‘’raggiro’’ e non di intenti volti a soddisfare un appagamento dello stomaco, perché in verità, il Lupo non si ciba di esseri umani ma di carne di diversa natura. La fame di cui parla la Fiaba, è ben diversa, ed è una fame che solo l’uomo conosce.
È un appagamento di infimi istinti che se si collegano alla visone di una Bimba come piatto forte, ecco che nelle persone comincia ad accendersi il lumino della ragione!
Il raggiro è un imbroglio che sottintende l’accalappiamento di Anime Pure che, proprio perché Pure, è facile abbindolare, ed è ancora più facile abusarne.
L’avvertimento lasciato fra le immagini e il video, non è ‘’per l’incontro con l’Animale Lupo’’ ma per l’incontro con ‘’l’Animale Uomo’’, ben più scaltro e infimo.
Se così non fosse, il Lupo attore della storia, non parlerebbe e non si travestirebbe.
Video - ‘’Cappuccetto rosso e il Lupo e l’incontro con il Lupo nel Bosco’’

Cos’è il Bosco?
- Nient’altro che la nostra società. Una realtà dove, dietro ad ogni angolo, nell’oscurità della notte o fra l’ambiguità delle strade e dei palazzi (tutte/i apparentemente uguali), fra antri, vie e vicoli, ma anche laddove meno ti aspetti di trovare l’inganno, ecco che appare.
Non saranno gli alberi a darti un riparo o le grotte, ma solo la tua individualità, la fiducia che hai in te stesso e la consapevolezza che l’Amicizia è un bene difficile da trovare.
Inoltre questa storia insegna la diffidenza.
Ragione che non poteva essere confermata quando, ancora piccolissimo, il Bambino doveva conoscere altre persone oltre alla ristrettissima cerchia della sua Famiglia: Mamma, Papà, Sorelle e Fratelli. Esattamente come accade per il Cucciolo di Cane quando esce dalla sua casa e si inoltra nella civiltà umana esterna.
- La differenza fra Bimbi e Cani, riconosciuta nel dover un giorno affrontare la vita lontano da casa in solitaria per i Bambini al contrario del Cane, necessita di questa aggiunta, ossia del fidarsi prima e non poterlo più fare dopo se non con massima cautela.
Nel Regno del Selvatico la diffidenza è sinonimo di salvaguardia dell’Essere … lo stesso identico significato che ha per noi Animali civilizzati.
Più che idonei i proverbi: Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio! - e - Chi trova un Amico, trova un Tesoro!

Le Favole nascono con un fine pedagogico e rimangono forti credenze ben ancorate negli animi di tutti coloro che le ascoltano; lasciano in loro ottimi spunti di riflessione come anche però, generalizzando sugli argomenti e gli attori, lasciano sciocchi malintesi e pregiudizi su: il Lupo cattivo, il Mostro metà uomo e metà Fiera, la dubbia identità della ‘’famosa vecchina’’, le suggestive azioni di persone diverse (diverse sia per possibili svantaggi fisici che per colore o modalità comunicative spesso dettate da esigenze di vita).
Spezzando più di una lancia in loro favore però, nelle Favole troviamo il Bene che sconfigge sempre il Male più volte riconosciuto ne ‘’il prode Cavaliere che soccorre tutti annientando la cattiveria’’, e troviamo racconti e storie interessanti, che insegnano al Bimbo concetti molto importanti della Vita, in maniera coinvolgente e utile.

Il problema sopraggiunge nel momento in cui si forma nella mente di chi sta apprendendo, un collegamento a senso unico nel vedere il Male in certi personaggi e facendone (di questi personaggi), il simbolo (del Male).
Approfondendo ancor di più l’immagine: chi ascolta, cresce con dei pregiudizi sociali e impara a vedere con occhi umani quel che spinge le azioni degli Animali, riconoscendo in questi ultimi, le stesse motivazioni che danno vita ai comportamenti dell’uomo.
Crescendo, l’idea del comportamento delle persone ‘’diverse’’ cambierà, perché le esperienze daranno ragione ad una logica in grado di capire che i racconti erano solo delle massime per indirizzare una conoscenza indirettamente diretta, ma non cambierà la valutazione dello sviluppo psico-emotivo degli Animali e perciò delle spinte che dispongono i loro comportamenti … non pensando minimamente che di simile, fra noi e loro, c’è solo una base iniziale, quella in cui nulla è fatto con l’intenzione di arrecare danno e, per quel che riguarda il Bene, nulla è fatto per mezzo della passione ma solo attraverso una spinta affettiva sociale/familiare che nasce e si sviluppa nelle fasi dell’attaccamento.
Vedere le diversità fisiche fra la varie Specie Animali, porta l’uomo a guardarli con logica comprensione della diversità, ma lo fa in maniera superficiale. Ossia, l’uomo vede che gli Animali sono diversi, che hanno un modo di vivere diverso, ma non si sofferma a riflettere sul fatto che una tale diversità del quotidiano li ha cresciuti in una limitata espressività alla quale non dobbiamo dare una lettura ‘’fiabesca’’ bensì ‘’reale’’, vedendo in loro (negli Animali), le leggi primarie dell’Attaccamento ma non l’evoluzione di sentimenti e capacità intellettiva (come ci hanno insegnato le forme educative del tempo della ‘’culla’’).
Travisare il comportamento porta a non capire il linguaggio degli Animali e, generalizzando, del prossimo.

Nelle Favole del mio tempo, v’era sempre la figura della Fanciulla bella e buona promessa al Principe che oltre ad essere anche lui bello e buono era molto ricco e ardito (come se, solo bellezza, bontà, ricchezza e audacia fossero i canoni della felicità …); e c’erano le figure cattive dei Draghi, degli Orchi, dei feroci Animali Selvatici (sempre raffigurati con brutti tratti). Queste ultime figure ‘’in realtà’’, impersonavano gli aspetti peggiori delle creature umane.
Immaginiamo per un solo attimo cosa potrebbe pensare un Bambino se, i vissuti di particolari situazioni, venissero a lui presentati come realmente appartenenti / intenzionali delle persone che per lui è possibile incontrare fuori casa durante la quotidianità. Le persone sarebbero causa di molteplici insicurezze relazionali.
Iniziare le uscite dal guscio per affrontare la vita all’esterno dovendosi guardare da chiunque si incontra o passa accanto, sarebbe estremamente traumatico; e così, non so chi, ha pensato bene di dare corpo al Male usando alcune figure ‘’diverse’’.
Ovviando con altri personaggi, è stata possibile una socializzazione con il sociale extra familiare un pochino più rilassata, perché un conto è identificare gli uomini e le donne in Mamme e Papà o Zie e Zii, e un conto è doversi guardare da tutti coloro che passano sulla stessa strada che si sta percorrendo senza sapere in realtà chi siano (da tutti indistintamente perché chissà quale strano mostro può celarsi dentro quei corpi apparentemente così normali).

… chiedo adesso a chi mi sta leggendo: quanti soprusi avete subito da un ‘’animalesco essere’’ dichiarato mostruoso, e quanti ne avete ricevuti da un umano normalissimo?
E ancora: quanti di noi hanno fatto del Male ad Animali anche molto innocui?

 

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