CANI KILLER, UNA CREAZIONE UMANA: INTERVISTA ALL'ESPERTO
PAOLO CALDORA
di Beatrice Lo Bue
(NewTuscia) - ROMA - “Loro non sono come noi né
si può pretendere che lo siano” (Paolo Caldora).
Quando lo stereotipo prende il posto della conoscenza
e della competenza, si genera un’eccessiva semplificazione,
talvolta anche distorsione della realtà che, in
casi come questo, può essere non solo deleteria,
ma decisamente pericolosa. Nessuno si sognerebbe di dare
dello squilibrato ad un t-rex, del killer sociopatico
e seriale ad un gatto che uccide una lucertola, o del
maniaco ossessivo compulsivo con comportamenti distruttivi
al coniglietto che rosicchia tavoli o quanto gli capiti
sotto i denti. Uno è un predatore carnivoro, l’altro
un felino, l’ultimo un roditore, quindi, niente
paura, è la loro natura, è tutto ‘normale’.
Poi un cane aggredisce un umano…Improvvisamente
non c’è più nulla di naturale, anzi!
Alto tradimento del sacro rapporto uomo-cane, Fido è
impazzito, è squilibrato per natura e non c’è
da fidarsi, è un killer pericoloso e letale per
i piccoli della specie umana. Che fine hanno fatto i cuccioloni
morbidi e pelosi in pizzi e merletti? Che fine ha fatto
‘il cane migliore amico dell’uomo’?
Il punto è un altro: che fine ha fatto la verità?
Il cane è il cane, non è né pazzo
né squilibrato. Nulla significa per queste creature
100% naturali la storiella del ‘fatta la legge trovato
l’inganno’. Nessun inganno, l’unica
legge è quella di madre natura, non altre. Prima
si familiarizza con qusto concetto, prima si inizia a
sgomberare il campo da inutili illusioni. Via le idealizzazioni
made in Hollywood, il cane non è, per fortuna,
ad immagine e somiglianza dell’uomo.
Trattarlo e pensare di poterlo plasmare secondo le imperfezioni
umane è un’operazione folle e distruttiva,
per lui e per chi con esso convive, adulto o bambino che
sia. Non si confondano le esperienze casuali con la competenza
vera, il cane è un ‘affare serio’,
la sua corretta crescita psico-fisica lo è altrettanto,
e, così come accade in un branco naturale, ‘chi
sbaglia paga’. Crudo, scomodo, spiacevole, antipatico,
forse, ma pur sempre reale e ‘naturale’. Il
primo passo è comprenderlo, il secondo, quello
a cui nessuno riesce ad arrivare, è accettarlo.
Paolo Caldora, Esperto educatore ed addestratore cinofilo,
ha risposto in un’intervista a NewTuscia.it riguardo
la pericolosità derivante dalla mal gestione di
un cane.
Si noti bene: quanto emerso dall’intervista non
costituisce giudizio preventivo. Il Sig. Caldora è
stato contattato ed interpellato da questa redazione in
qualità di esperto, ed ha commentato il fatto di
cronaca in base a quanto già emerso e letto dai
giornali, senza essere quindi personalmente al corrente
dei fatti.
Paolo Caldora
Paolo Cadora è iscritto alla sezione C, educativo-cinofila,
dell'Albo Regionale degli Esperti per corsi indirizzati
ai cani appartenenti alle razze riferite all'articolo
1 comma 1 della legge n. 33 del 6 ottobre 2003 (pitbull,
staffordshire terrier, staffordshire bull terrier, bullmastiff,
dogo argentino, dogue de Bordeaux, fila brasileiro, cane
corso e loro incroci) e relativi proprietari con protocollo
63815 determinazione 696 del 9 marzo 2006; iscritto alla
sezione 1° dell’Albo nazionale degli addestratori
cinofili dell’ENCI (Ente nazionale Cinofilia Italiana)
secondo il D.M. 21204, con protocollo 45401 FC/AP/ro 14
dicembre 2006;
Muore una bimba di tre anni in seguito all’aggressione
da parte del cane ‘di casa’, un’altra
tragedia che poteva essere evitata?
Assolutamente si. Un cane, per avere una crescita psico-fisica
equilibrata, deve far parte di un branco, di una famiglia,
dove ci sia un’adeguata e continua interazione.
Chiarito questo, un cane che viva solo in un recinto (come
nel caso in questione), o in un giardino,conduce un’esistenza
di privazioni, incompleta, isolata. L’isolamento
diventa così fonte di disagio ed il disagio, a
sua volta, costituisce causa di pericolo. C’è
da considerare inoltre che, in un cane che viva in queste
condizioni, il cibo acquista una valenza ancora più
particolare, ‘preziosa’ se vogliamo, dato
che è l’unico momento veramente bello, l’unica
‘parentesi rosa’, in mezzo ad una vita sincopata.
Non c’è dunque da stupirsi se l’aggressione
sia avvenuta proprio nel momento in cui l’animale
stava consumando il suo pasto.
Cani e bambini, un binomio possibile? Se si, con quali
regole.
Cani e bambini possono convivere solo ed esclusivamente
se i genitori sono persone equilibrate ed in grado di
educare sia gli uni che gli altri alla vita e alle regole
del branco, altrimenti, è una cosa da evitare,
come è da evitare di lasciare bambini incustoditi
in presenza di cani. Quando si decide di prenderne uno,
bisogna conoscere bene le caratteristiche della sua razza
e capire se esse siano idonee e compatibili con la vita
che andrà a fare.
Quando i cani aggrediscono…
Ogni animale può essere aggressivo e l’uomo
lo è più degli altri. La differenza sta
nel fatto che gli animali aggrediscono con finalità
precise, che vanno dalla difesa della prole o del cibo,
alla paura, o ancora, la difesa del territorio o del branco.
In sostanza, le loro motivazioni sono sempre legate ad
un qualcosa che sia relativo alla loro conservazione e
sopravvivenza, ad esigenze primarie. La stessa cosa non
può dirsi per l’uomo.
Le risposte aggressive in un cane possono essere ‘gratuite’
e prive di connessioni con un contesto?
A prescindere non sono mai gratuite, come ho appena accennato
nella domanda precedente. Se per aggressive poi si intende
‘squilibrate’, a maggior ragione dico no,
perché rispettano sempre il loro equilibrio interiore.
I cani sono creature imprevedibili?
I cani sono prevedibilissimi, nel bene e nel male. Le
loro azioni sono il frutto di una serie di caratteristiche
genetiche, combinate alle variabili intervenienti del
contesto in cui vivono e delle esperienze che faranno
(siano esse positive o negative).
Confine tra informazione e allarmismo.
Non c’è informazione, quindi, c’è
allarmismo. Oggi si parla per stereotipi, i media hanno
umanizzato gli animali dando vita ad un meccanismo distorto
che ci allontana dalla realtà su di essi e sui
loro comportamenti. Sostanzialmente, i media diffondono
senza conoscere la materia di cui parlano, o sparlano.
Esaltano o terrorizzano per fare audience, costruiscono
titoli roboanti e spesso brutali per vendere, poco importa
se enunciato e fatto corrispondono. Pensiamo allo spiacevole
fatto di cronaca cui abbiamo fatto riferimento all’inizio.
Il titolo recita: “Roma, bimba di tre anni azzannata
e uccisa dal suo cane”. Bene, peccato che quello
non fosse il ‘suo’ cane, quello, semmai, era
‘un’ cane dentro al recinto di casa. Un recinto
‘a norma’ che, però, una bimba di tre
anni ha potuto facilmente aprire. Ancora, tempo fa si
è parlato di un mastino che ha sbranato un bimbo
di docici mesi. Orribile, nessuno però ha detto
che il cane in questione era stato sottoposto da un anno
a Prozac! Che dire dell’allarme lupi in Maremma,
e del terrore che ha destato una coppia di questi temibili
predatori spintasi fino al centro della città?
Fà lo stesso se si trattava di una coppia di cani
lupo cecoslovacchi (non lupi), con cucciolo al seguito,
che, probabilmente, qualche irresponsabile aveva lasciato
‘al pascolo’. Altra tendenza preoccupante
della disinformazione è quella di voler applicare
agli animali, con tanto di sigillo scientifico, concetti
e patologie tipiche esclusivamente della psicologia umana.
In altre parole, problematiche come depressione, ansia
e simili non sono riscontrabili nei cani. In essi possiamo
trovare disagi causati da comportamenti umani sbagliati
nei loro confronti. Diversamente dall’uomo, lo psicologo
al cane non serve.
“Mostri” ciclici a quattro zampe…
Premesso che anche due bassotti hanno sbranato una bambina,
il pastore tedesco è ancora oggi la razza più
diffusa e, di conseguenza, più a rischio di ‘denigrazione
mediatica’. La gogna diventa tanto più amara
se si considerano due aspetti:
a) le persone non accettano di doversi rivolgere ad esperti
per la gestione del proprio cane (perché ‘è
una vita che ho cani e non ho mai avuto bisogno di educarli’,
perché ‘che stupidaggini sono da che mondo
è mondo i cani vivono benissimo così’,
perché ‘hanno tutto lo spazio ed il cibo
che vogliono non gli manca nulla’ e tanto altro
ancora);
b) I media hanno ormai collezionato anni e anni di ‘idealizzazione’
di molte razze e,in particolare, del pastore tedesco.
Come è possibile che i vari Rex e Rin tin tin siano
capaci di azioni così orribili? Non è quello
che ci hanno insegnato! Come mai ‘improvvisamente’
sono un pericolo per i nostri figli? E noi che pensavamo
che Fido li aiutasse anche con compiti a casa e bigodini!
Mai idealizzazione fu più pericolosa e fuorviante.
Divi di Hollywood o meno che siano, i cani sono sempre
e comunque degli animali, e, come tali, sempre e comunque
sottoposti alle regole di questo ‘regno’.
L’esempio può essere quello di Fido che attacca
il bambino ‘senza un motivo’. Ricordando che
la follia così come noi la intendiamo e come caratterizza
gli umani non appartiene ai cani, rimangono comunque presenti
in essi istinti innati che possono avere esiti anche mortali.
Come dicevo prima, bisogna conoscere quale è e
quale sarà, la realtà non solo fisica del
cane che decidiamo di portare a casa. Il cane è
una specie animale creata dall’uomo e non dalla
natura; l’uomo nella selezione del cane ha evidenziato
in lui talune caratterisitche; queste caratteristiche
sono un preciso elemento per dare l’idea del comportamento
del soggetto che rispecchierà la razza di appartenenza.
Anche fra i mix-breed è possibile individuare
un indirizzo psicologico, ma per far si che ciò
avvenga, bisogna avere una certa conoscenza che davvero
non si acquisisce dai film o sui libri o nei corsi di
pochi mesi. Un cane che risponde in maniera ‘’aggressiva’’
– come specifica l’uomo intendendo un comportamento
squilibrato – ha sempre la sua motivazione, che
davvero non è dettata dallo squilibrio. Può
essere la reazione ad un urlo improvviso che ha spaventato
a morte il cane, può essere la risposta accidentale
di un gioco (il cane afferra con la bocca le cose perché
non ha altro modo di fermare o prendere visto che non
è dotato di mani come luomo) o la risposta accidentale
ad un’azione che non aveva intenzione di fermare
o prendere, semplicemente il cane si è girato verso
‘’il problema’’ – in questo
caso la povera bimba vittima di conseguenze più
grandi di lei, intendendo: nella poca sicurezza delle
situazioni di casa e nella scarsa disciplina-educativa-assistenziale
da parte di chi l’aveva in custodia, senza con questo
voler accusare nessuno in particolare – ed è
rimasta ferita purtroppo in un punto debole, in un punto
cruciale, come del resto poi cruciali sono un po’
tutte le parti di un corpicino di un cucciolo di quell’età.
Non sapendo cosa sia successo nella realtà non
possiamo che fare supposizioni però, quel che è
certo è solo che un cane non morde se non costretto
da una situazione e anche in questo caso il suo operato
è sempre conseguenziale alle circostanze, e tantomeno
uccide perché in lui non è presente il concetto
di morte. Detto ciò, sarebbe cosa buona e giusta
se l’informazione facesse capire che i cani vanno
allevati da chi lo fa per mestiere. Bisognerebbe operare
un controllo più serio ed esperto sulle nascite
e sugli incroci di linee di sangue (pedigree), poiché
anche la consanguineità (sempre più spesso
avvengono accoppiamenti fra consanguinei) o l’innesto
di linee non compatibili, esaltano pregi e difetti della
razza, e ciò può essere fonte di problematiche.
Fermo restando che l’educazione e lo stile di vita
che conducono deve essere conforme alla loro ideologia
di pensiero che ha crescita solo nella socialità
della famiglia, essendo animali che abbisognano del grande
legame che unisce i componenti di un clan. Si parla molto
delle similitudini fra cani e uomini quando si vuole esaltare
o meno una certa caratteristica, ma mai si pensa a loro
in qualità di elemento del branco che deve vivere
una vita nell’ambito del branco, con il suo ruolo,
la sua educazione e il rispetto per la sua natura.
Non sono uomini, ma sono animali sociali; non capiscono
molti aspetti dell’uomo e l’uomo non capisce
molti aspetti loro, ma mentre il cane non pretende di
creare un uomo a propria immagine e somiglianza, un uomo
antropomorfizza un cane! I cani non sono come noi, è
bene ricordarlo ed accettarlo, né si può
pretendere che debba essere così.
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